<<<< Parte 1 - Dalla Grand Depart all'inferno del Nord
Giorno 9 - Da Lille ad Arras, passando per i pavé
Come buona abitudine al mattino presto un giro per il centro della vieux Lille, col suo municipio, la sua piazza principale e le stradine circostanti allegre, colorate e vivaci, poi si tenta l'avventura alla caccia dei famosi tratti di pavé.
Il primo il pavé di Gruson, che porta al Carrefour de l'Arbre è praticamente perfetto, anche trafficato, pur essendo una via che corre tra i campi, altro discorso è il tratto successivo, il famigerato pavé di Luchin, un vero scassa mezzi !
Pietre irregolari, una schiena d'asino molto molto pronunciata che aggiunge difficoltà al mantenere l'equilibrio e come se non bastasse un paio di curve a 90° che non facilitano lo scorrimento.
Alla fine la Daniela alzerà bandiera bianca, troppo il rischio di cadere sulle pietre scivolose, per i tratti successivi ci accontenteremo di fotografarli e rammentarceli la prossima volta che vedremo la corsa belli comodi dalla TV.
Tratti dedicati a Merckx, Hinault o ad altri corridori meno noti, e poi quello col nome che è tutto un programma (per i ciclisti) ossia il pavé du Calvaire
Il pavé stanca, obbligatoria una pausa merenda al suggestivo Moulin du Vertain, dove la strada passa sotto al coreografico mulino, addobbato anche con una scultura (in plastica) che raffigura una pietra del pavé e il muro con inciso i nomi dei corridori.
Poi sono strade perse nella campagna francese,
a vedere l'imbocco dei pavé fino ad arrivare al tratto per eccellenza che finalmente posso toccare con mano (anche perché è chiuso al traffico veicolare) la strada della Foresta di Arenberg.
In fondo è solo un vecchio tratto di strada in ciottoli che passa in mezzo ad un bosco, ma a rammentarla evoca imprese mitiche, cadute, polemiche e tanto altro insomma un pezzo di storia del ciclismo di prima categoria.
Infine visto che saltando i pavé abbiamo risparmiato un po di tempo (e tanti ammortizzatori) resta il tempo per ritornare dall'inferno del nord ciclistico a quello della guerra di trincea per una visita alla necropole nationale di Notre dame de Lorette.
Il memoriale è in cima a una collina da cui si domina quelli che furono i campi di battaglia ed è accompagnato da un altro monumento particolarmente commovente, l’anneau de la mémoire, un enorme circolo di lastre metalliche con i nomi di tutti i soldati caduti nella zona del Pas de Calais, una lista infinita.
Poco lontano, oltre a innumerevoli altri memoriali di ogni nazionalità, c'è l'imponente sacrario canadese di Vimy Ridge che alle luci del tramonto fa il suo sporco effetto.
E per la sera sosta ad Arras.
Giorno 10 - da Arras a Sedan
Festa nazionale francese, impossibile non fermarsi ad ascoltare la banda che suona "La Marsigliese" nella bella piazza della città !
Per curiosità recuperiamo anche una visita nella zona dei pavé, in quel di Valenciennes che però a parte una scorpacciata di patatine fritte (piatto tipico) ci deluderà abbastanza.
Ripartiamo alternando un po' di autostrada e un po' di statali in direzione Belgio, fino alla periferia di Charleroi per una visita al Bois de Cazier, la famigerata miniera di carbone in cui l'8 agosto 1956 si verificò uno dei peggiori incidenti in cui morirono centinaia di minatori, la maggioranza dei quali italiani.
Quello delle miniere di carbone belghe nel dopoguerra è un altro "inferno del nord" da cui non ci si può esimere, visitare per ricordare, per vedere coi propri occhi i luoghi, per rendere un silenzioso e doveroso omaggio alle vittime della miseria di quel periodo.
Da un inferno all'altro, qualche chilometro di strada veloce (più qualche deviazione per strade secondarie alla psicopatica ricerca di nuovi ridicoli passi il Col de la Croix de St. Thibaut e il Col des Haies d'Ortho, giusto per incrementare il passometro) basta per arrivare nella zona che fu un altro inferno di guerra, stavolta la seconda, ossia le Ardenne, teatro dell'ultima disperata controffensiva tedesca prima della capitolazione finale. Non mancano riferimenti ovunque, come i carri armati nelle rotonde del paese La Roche-en-Ardenne, fino al paese più famoso della zona, Bastogne, dove ha sede il War Museum (con tanto di 0 euro) e il grande memoriale americano di Mardasson.
Cosa simpatica, ritroveremo alla base della strada che porta al War Museum, un cippo della route de la liberté il cui punto 0 trovammo nel 2014 a Utah beach in Normandia.
Ma Bastogne non è solo guerra, è anche ciclismo della classica Liegi-Bastogne-Liegi e non mancano i riferimenti !
Giorno 11 - da Sedan a Digione
Giro breve nella brutta cittadina di Sedan e un'occhiata alla fortezza, grande ma un po' trasandata, sarà forse perché Sedan è un altro inferno francese ? Ci sta, in fin dei conti qui è stata segnata la sconfitta di Napoleone III, la fine del secondo impero e la cessione di Alsazia e Lorena alla Prussia.
Anche la città vicina non ci regalerà particolari soddisfazioni, Charleville-Mezieres ha la piazza ducale in stile fiammingo, ma che per l'estate è stata addobbata come una spiaggia, con sabbiere, palme e giochi per bambini, iniziativa a uso locale, evidentemente i turisti da queste parti non sono numerosi.
Almeno ha il suo cittadino illustre, qui a Charleville-Mezieres è nato il poeta decadentista Arthur Rimbaud e proprio vicino alla piazza c'è un museo a lui dedicato e c'è ancora la casa natale.
Rientrati in Belgio avremo maggiori soddisfazioni dal Castello di Bouillon, arroccato in cima a uno sperone in posizione dominante sulla valle, con alla base un grazioso paese. Sembra quasi di non essere in Belgio !
Inoltre la soddisfazione sarà quella di trovare anche qui il nostro 0 Euro souvenir.
Di li a poco altro sconfinamento, stavolta in Lussemburgo, solo per dire di averci messo le ruote e andare a trovare un brutto e inventato passo, ma dal nome altisonante : il Col de L'Europe.
Nulla di che ma almeno nel boschetto vicino ci concederemo un pic nic niente male.
Rifornimento a un prezzo più basso del Belgio (ma non così basso come avremmo sperato), e rapida fuga da quell'inferno di traffico e psicopatici che è il Lussemburgo, per affrontare una dose di autostrada, noiosa ma necessaria fino a Digione.
Giorno 12 - Da Digione a Gap
Oggi praticamente giorno di trasferimento, tanta autostrada e giusto un po' di statale da Grenoble in poi ovviamente in montagna (con relativi passi ovviamente) per arrivare a Gap a un'ora decente e concederci un po' di relax in piscina visto che l'abbiamo a disposizione.
Giorno 13 - Da Gap a La Foux d'Allos
E oggi si ritorna in "aria di tour", la mattinata è spesa percorrendo le strade di montagna intorno a Gap dove oggi transiterà la corsa. A parte il su e giù tra strade perfette distribuite tra la città e la località di arrivo a Super Devoluy (la cui strada è gia sbarrata dal giorno precedente) ci godremo il passaggio tra le mille decorazioni gialle e i tifosi che gia cominciano ad occupare i bordi della strada in attesa della festa. Nel nostro girovagare tra i vari passetti della zona (Col du Festre, Col de Manse, Col de la Sentinelle) avremo la fortuna di incrociare il camioncino del "flechage" ossia uno di quelli che passano lungo il percorso attaccando le frecce indicatrici gialle. Un po' di faccia di bronzo e un sorrisone e ci doneranno due frecce nuove di pacca marchiate "tour de france" tra le risate. Cimelio impagabile da appendere in casa !
Poi verso la nostra destinazione a Super Sauze (località sciistica sopra Barcelonnette) in cui in teoria dovremmo pernottare, ma la nostra prenotazione si rivelerà inesistente per cui ripiegheremo su un'altra località a circa 20 km dall'arrivo della tappa di domani, non sarebbe un problema se non che, il posto trovato e a La Foux d'Allos ossia oltre il Col d'Allos, con la particolarità che la strada per il Col è chiusa per frana, per cui per raggiungerla occorre fare il giro largo (80 km di passi) passando per l'infinito Col de la Cayolle (bello ma purtroppo con un fondo orribile) e il deserto Col des Champs
Comunque l'appartamentino è raggiunto e la nottata all'addiaccio scongiurataGiorno 14 - Barcelonnette, all'arrivo della tappa !
Anche se in teoria oggi avevamo programmata una giornata praticamente senza moto, tocca rifare gli 80 km da Foux d'Allos a Barcelonnette, ma con la soddisfazione di passare nella zona dell'arrivo.
Parcheggiate le moto e indossati abiti leggeri, ci si può immergere nell'atmosfera della corsa. Girellare per il paese addobbato di giallo, iniziare la raccolta dei gadget al villaggio degli sponsor, anche se il nostro vero obiettivo è un altro.Giorno 15 - Da La Foux d'Allos a Manosque
Giorno 16 - Da Manosque a Villeneuve Loubet
Giorno 18 - da Villeneuve Loubet a Genova
Riluttanti ad abbandonare il fresco e i panorami sconfinati delle alpi, purtroppo non resta che scendere a valle e rientrare in Italia da dove ne eravamo usciti, dal Colle della Maddalena, una nuova sosta al simpatico bar "La Fermata" a Piano Quinto, poco fuori Borgo San Dalmazzo, dopodiché naso tappato e autostrada fino a casa.
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