giovedì 30 novembre 2023

2023 - Giappone 4 - Hiroshima, Nara, Yokohama

UJI e NARA

A poca distanza da Kyoto, sulla "Nara Line" (quindi non si sbaglia) della JR c'è la città di Uji, che merita una breve visita. La città è infatti stata dimora imperiale e qui è ambientato gran parte del classico della letteratura giapponese "Gengji Monogatari" o storia dei Genji primo documento scritto in giapponese, uno scritto che ha la stessa importanza letteraria della nostra Divina commedia.

Non a caso la città è disseminata di piccoli monumenti che lo ricordano è uno dei più apprezzabili è la statua della scrittrice Murasaki Shikibu proprio al ponte sul fiume Uji all'inizio della stradina che porta al famosissimo tempio della fenice o Byodo-In

A parte che come tutti i templi giapponesi è tremendamente coreografico e circondato da un bellissimo giardino, ma ha due frecce al suo arco che lo rendono unico ! E' il retro della moneta da 10 Yen e al suo interno nella "sala della Fenice" a cui si accede contingentati e senza scarpe conserva una delle maggiori statue del Budda (che per rispetto è assolutamente vietato fotografare).

Gia il tempio sarebbe abbastanza, ma Uji è famosa per un'altra cosa ormai nota in tutto il mondo, è il luogo di origine del Te Matcha, e nell'uscire dal tempio non potremo non fermarci in una delle numerose botteghe che costellano la via del tempio.

Lasciata Uji, di nuovo alla stazione per riprendere il treno fino al capolinea, nella città di Nara.

Nara, famosissima per essere stata capitale del Giappone prima di Kyoto, è tappa obbligatoria per un viaggio in Giappone. Dalla stazione o bus o si imbocca la Sanjo Dori, praticamente una lunga via commerciale che porta fino al parco. Piccola sosta gastronomica per assaggiare dei takoyaki (una specie di polpettine fritte a base di granchio) in un locale gestito da due ragazze simpaticissime a cui faremo omaggio di uno dei gufetti di alabastro portafortuna.

Una veloce sosta al Kofoku-Ji per ammirare la pagoda a 5 piani per poi proseguire verso il parco, dove gia si intravedo i segnali che preparano alla visita.


Si, perchè nel parco di Nara girano indisturbati centinaia di cervi, coi quali è possibile intrattenersi. Nonostante siano zozzi e puzzoni sono comunque simpatici e se si riesce a dargli da mangiare qualcosa o le gallette apposite che si trovano ovunque in terra fatte cadere dai bambini (soprannominate brigidini di merda) o le molto più apprezzate bucce di mela, vi ringrazieranno con un inchino !

Obbligatorio passare una delle maggiori porte in legno del paese, la Namdaimon Gate (o grande porta sud) e il grande tempio Todai-Ji che al suo interno oltre a numerose statue lignee di dimensioni notevoli, ospita la grande statua del Budda di ben 16 metri, in bronzo !


Opera d'arte notevole, tanta gente, ma concluderemo la giornata baloccandoci coi cervi, molto più divertenti.


HIROSHIMA E MIYAJIMA

Con poco meno di 2 ore di Shinkansen da Kyoto si arriva comodamente a Hiroshima, città simbolo del Giappone e un obiettivo che sognavo di raggiungere da tempo.

Un tempo grigio e cupo ci accoglie all'uscita dalla stazione, come si conviene ad un luogo del genere, un attimo di esitazione per trovare la fermata del bus e l'esplorazione può cominciare. Per spostarsi in città usufruiremo dei comodi Loop Bus della JR e quindi inclusi nel rail pass e faremo la prima sosta al castello, ovviamente ricostruito dopo il 1945 e nel parco non mancheremo di notare uno degli "alberi fenice", ossia uno di quelli sopravvissuti all'esplosione atomica dell'agosto 1945.


Di nuovo sul bus per arrivare al "Memoriale della pace", i ruderi dell'unico edificio rimasto in piedi dopo l'esplosione atomica.


 E gia qui è difficile tenere a bada l'emozione di trovarsi di fronte a delle pietre che hanno visto tanta devastazione, proseguendo poi nel parco della pace non si può non rimanere impressionati davanti al tumulo delle ceneri, suonare la campana della pace per cercare di allontanare le guerre o commuoversi davanti al monumento alla pace dei bambini, dedicato alla triste storia di Sadako Sasaki, colpita dalle radiazioni e morta prima di poter completare i 1000 origami a forma di gru.  




Eviteremo la visita al museo, ma compreremo qualcosa al book shop dove la gentilissima commessa ci omaggerà di alcune piccole gru di carta fatte da lei e in cambio doneremo uno dei gufetti di alabastro commuovendola .... la gioia e la sorpresa nei suoi occhi ce la porteremo dentro per un bel pezzo, fossero più disposti al contatto fisico penso ci avrebbe abbracciati !

Di nuovo sul bus per tornare alla stazione e prendere il treno locale fino a Miyajimaguchi da dove parte il traghettino per l'isola sacra Miyajima.

Miyajima o isola santuario, ospita il tempio shintoista di Itsukushima direttamente sul mare e per questo costruito su palafitte, davanti al quale si erge il Grande Torii tremendamente coreografico !

Non bastano i titoli per definire questa meraviglia, patrimonio UNESCO, tesoro nazionale del Giappone, ai primi posti nell'elenco delle più belle vedute del Giappone etc. etc.

Anche a Miyajima, praticamente un unico parco girano liberi i cervi ed è obbligatorio cercare di fotografarli con lo sfondo del Torii !!

Arrivati il primo pomeriggio c'è la bassa marea, ne approfitteremo immediatamente per raggiungere il Torii a piedi e toccarlo ! 

Seguirà la visita al tempio e poi a gambe ciondoloni sulla murata ad aspettare la marea che sale, i rumori che si spengono e rimanere abbagliati da tanta bellezza, mentre il monumento man mano che l'acqua sale sembra galleggiare sull'oceano !



E in tema di marea scopriremo che Miyajima è gemellata con .... Mont Saint Michel (un ovvietà, ma trovare questi riferimenti dall'altra parte del mondo è comunque simpatico) 

A bordo di uno degli ultimi traghetti per rientrare verso Hiroshima, un simpatico anziano, vedendoci stanchi ci omaggerà di alcuni mandarini. Un gesto di cortesia totalmente inaspettato e per questo ancora più sorprendente. Nonostante l'incomunicabilità, il vecchietto parlava solo giapponese, riusciremo lo stesso a comunicare e a contraccambiare regalandogli l'ultimo gufetto portafortuna, uno splendido fine giornata !

YOKOHAMA

Inserita quasi per caso come ultima notte per avvicinarsi all'aeroporto di Haneda invece di tornare a Tokyo, si è rivelata una gradevolissima sorpresa !

Preso possesso della camera in un albergo a due passi dalla stazione, purtroppo con le corte giornate di novembre ci faranno arrivare alla baia che è gia buio nonostante non sia tardi, il che però non è male, le luci di Yokohama sono comunque ammalianti.

Usciti dalla metro alla stazione di Sakuragichō e imboccato il passaggio pedonale sopraelevato in poco tempo ci si para davanti quella meraviglia della Nippon Maru, veliero storico in mezzo ai grattacieli ora museo della marina.



L'area davanti alla baia è un enorme parco pedonale per cui dopo la Nippon Maru si prosegue sulla Kishamichi Promenade passando sul mare fino all'isola artificiale che ospita l'immenso parco dei divertimenti e vari centri commerciali a cui non potremo non fare visita per andare a curiosare tra le tipiche curiosità giapponesi come i negozi della Bandai, della Sanrio o il famoso Tamashi Nations e ovviamente una capatina all'immane "frotta frotta" !!


 La lunga passeggiata prosegue sul lungomare pedonale fino allo Yamashita Park, posto ideale per abbracciare con lo sguardo l'intera baia e soprattutto raggiungere la scultura che onora la canzoncina per bambini "Kamome no Suihei-san", una stupidaggine, trovata per caso in internet prima di partire e finalmente raggiunta come fosse una meta seria del viaggio invece che un piccolo tormentone musicale. Inevitabile canticchiarla ballettando intorno al piccolo monumento.   


Un occhiata da lontano alla Gundam Factory che ospita una replica in scala 1:1 del Gundam semovente, e poi altri pochi passi per arrivare al quartiere cinese di Yokohama, il più grande del paese e uno dei più animati della città .... Male però non fare i conti con gli orari giapponesi, alle 22.00 è gia tutto chiuso e semideserto, dovremo limitarci a fare qualche foto alle decorazioni approntate per festeggiare il capodanno e al famoso tempio Kuan Ti Miao, tempio Taoista dedicato al commercio. Ovviamente solo dall'esterno, ma bello illuminato e decorato fa la sua sporca figura.


Poi non resta che riprendere il treno e rientrare in albergo per fare i bagagli definitivi.

HANEDA

Partenza, ultima mattinata in Giappone, colazione e poi trasferimento in treno dalla stazione di  Yokohama direttamente all'aeroporto di Tokyo - Haneda. Arrivati con largo anticipo resta il tempo di un ultimo giro tra i vari negozi giapponesi per spendere gli ultimi Yen e un sorprendentemente economico ultimo pranzo giapponese a base di riso e carne presso uno dei ristorantini nella galleria commerciale.

Poi è decollo e la fortuna di un ultima vista del Fujisan dall'alto !

Arrivederci Giappone !


NOTE FINALI

A posteriori capisco l'infatuazione per il Giappone da parte di tanti, meta pseudo-esotica, lontana, misteriosa, ma in fin dei conti molto facile da girare e fruire. Con l'ausilio di internet e una volta presa confidenza coi mezzi di trasporto si può raggiungere qualsiasi destinazione senza problemi. Righe per terra, zone dove fermarsi, dove muoversi, tutto è codificato e organizzato, tanto che non c'è bisogno di interagire con nessuno, se sai dove e cosa vuoi fare e con un minimo di inglese scritto (almeno nelle maggiori attrazioni turistiche e nelle città tutti  i cartelli sono traslitterati). Inoltre si può contare sul pragmatismo e l'educazione dei giapponesi, se si è incerti davanti a un cartello (sia una fermata d'autobus o un ristorante) un passante, uno in coda o un cameriere verrà in vostro soccorso .... quasi sempre non per semplice gentilezza, ma per togliervi di li, le cose devono andare avanti !

Costoso ? No, forse abbiamo avuto la fortuna di sfruttare un momento in cui li cambio euro/yen era estremamente favorevole per noi, ma per esempio per mangiare si spende veramente poco (a meno di non andare nei ristoranti all'occidentale) mangiando alla giapponese nei localini di cui il paese è pieno (mi sa che sono in pochi quelli che mangiano in casa), negli alberghi stanze piccole ma sempre puliti e dal costo a notte inferiore o al massimo in linea con i nostri prezzi. 

Estetica ? Si certo, il Giappone che abbiamo visto ha sprazzi di bellezza quasi mistica, mozzafiato, ma basta allargare la visuale per vedere altro, città brutte, ma dire brutte è un complimento, anonimi aggregati di cemento armato senza capo ne coda col colore dominante il grigio, infinite periferie di casette microscopiche e grovigli di cavi elettrici e telefonici. Tutto votato all'efficienza lasciando l'estetica indietro.

Persone alienate, immerse nel loro mondo e soffocati dagli obblighi sociali. Abbiamo visto tavolate di colleghi, mangiare in silenzio e addormentarsi sul tavolo del locale (ad Aoyama abbiamo pranzato in un locale da pausa pranzo gomito a gomito coi Salary-Men ed eravamo gli unici a parlare, a guardarsi intorno).

Di bello effettivamente c'è l'estrema pulizia (in città non ci sono cestini dei rifiuti, ma d'altro canto non c'è una cartaccia per terra) e la sensazione di sicurezza, mai avuto senso di pericolo e visto davvero bambini di non più di 6 anni girare da soli in metropolitana !

E' comunque un viaggio da fare, un'immersione in una cultura aliena, un mondo diverso dove quello che conta è la società mentre il singolo è scarificato, un paese con vertici di estrema bellezza e cadute in sciatteria estrema, strano ma affascinante e ribadisco ... facile 

   


2023 - Giappone 3 - Kyoto

ARASHIYAMA

Dal lago Kawguchi, bus regionale fino a Mishima, giusto per costeggiare ancora il nostro amico Fujisan e vederlo anche dal lago Yamanako. 

Non stupisce che il Fuji sia il simbolo del Giappone, è magnetico, non smetteresti mai di guardarlo ! Se poi hai la possibilità di diverse angolazioni è la fine !

Da Mishima, shinkansen fino alla nuova stazione di Kyoto e poi in albergo (abbiamo trovato una buona occasione per il Daiwa Roynet Hotel Kyoto-Hachijoguchi), poco distante a mollare i bagagli e rimanere stupiti davanti al cartello nella hall con il riepilogo della situazione del Momiji.

Indietro alla stazione per il treno locale JR fino alla stazione di Saga-Arashiyama

Arashiyama è un quartiere periferico di Kyoto, interamente votato al turismo e ce ne accorgiamo subito. Appena fuori dalla stazione ci troviamo a percorrere vie intasate di negozietti di souvenir e altro e in mezzo a una marea di turisti, sia giapponesi che stranieri (principalmente americani). Un po' una sofferenza e quando si arriva alla principale attrazione, ossia la foresta di bambù, non si possono non avere sentimenti contrastanti; ossia il posto è veramente bello, gli enormi bambù levano il fiato, ma non ti puoi distrarre ! 

E' difficile anche solo fermarsi per una foto senza il rischio di essere presi e portati via di peso dalla fiumana di persone che la percorre. Delusi ma sempre soddisfatti completeremo il giro del quartiere con un'occhiata allo storico ponte di legno Togetsukyo, e alla simpatica installazione detta "Kimono Forest" alla stazione Arashiyama capolinea del tram.

Ripreso il treno per tornare a Kyoto, avremo la prima disavventura geografica; cercando di arrivare dal lato giusto della stazione senza attraversarla finiremo per girare l'enorme edificio in lungo e largo, scoprendo però anche degli scorci notevoli come il corridoio delle stelle 

e la scalinata luminosa, con tanto di animazioni a tema turistico e sponsorizzata da Koji Ramen 

di cui acquisiremo subito la canzoncina come uno dei tormentoni musicali che serviranno per ricordare negli anni a venire.

Per la cronaca, dopo aver constatato l'impossibilità di attraversare la stazione, siamo ripassati dai tornelli per accedere alle banchine per andare dal lato dell'albergo !

Nota : Passare la pasmo sui tornelli di entrata della stazione e poi ripassarla in uscita non genera nessun costo. Peccato, ad averlo scoperto prima avremmo esplorato la stazione di Ryogoku a Tokyo con i cimeli del sumo invece che fare solo foto da fuori.

KYOTO NORD

 Colazione in stanza grazie al bollitore per fare il caffè e dolcetti acquistati dal Family mart vicino all'albergo, e di buon ora di nuovo alla stazione (attraversata passando dalle banchine) per prendere il bus JR (coperto dal JR pass) e dirigersi verso il famoso Ryōan-ji prima che arrivino le mandrie. Ryōan-ji è un importante tempio buddista zen con uno dei più famosi giardini secchi Zen. Fondamentale arrivare presto per goderne la calma ! Oltre al giardino che circonda il tempio vero e proprio che come di consueto è una meraviglia, una volte lasciate le scarpe all'ingresso si può raggiungere il giardino e sedersi a contemplare. Solo il fatto che i sassi del giardino sono lì da secoli, immobili, e da secoli qualcuno si occupa di mantenere i sassolini in ordine e pettinati, alla maniera zen, è stupefacente !

Obbligatorio farsi timbrare il libretto con il simbolo del tempio e la data scritta "a mano" in Kanji

Una breve passeggiata, con tanto di sosta al Family Mart di turno per comprare il necessario per un pranzo al sacco, e in poco tempo si arriva al Kinkaku-Ji, il famosissimo "Padiglione d'oro" e patrimonio UNESCO.

Abbiamo avuto la fortuna di godere di una giornata splendida e con questa luce qui siamo davanti a una cartolina ! Nonostante le tantissime persone si riesce abbastanza facilmente a scattare delle foto che sembrano finte da quanto sono belle ! E posso garantire che la vista dal vivo non è da meno. Uno splendido padiglione che si riflette sulle acque placide del laghetto circostante coi colori del momiji intorno. E' un dramma per cellulare e macchina fotografica !

Una volta che si riesce a staccarsi dal Padiglione d'oro, di nuovo a piedi verso un altro obiettivo, non prima di concederci una piccola pausa in un negozietto che attira l'attenzione. Giusto per stare seduti qualche minuti gustando un buon caffè da Hashimoto Coffee.

Pochi passi e si arriva ad uno dei più grandi complessi di templi Zen, il Daitoku-ji. LA zona è praticamente pedonale, ci aggireremo tra i vari edifici religiosi, molti con giardini zen. 

Avremo anche la sfortuna ( o fortuna) di trovare molti edifici chiusi per una cerimonia privata, la cosa se da un lato è disdicevole perché ci impedirà la visita ad alcuni, d'altra parte ci consentirà di vedere numerosi personaggi in abito tradizionale vero e non a noleggio ! Signore in kimono e signori in yukata che si aggirano tra le strade dei templi non ha prezzo !

Dal Daitoku, basta prendere un autobus (santa app Navtime) per arrivare poco dopo al castello di Nijo, costruito per volere del primo shogun Tokugawa Yeasu e rimasto residenza per secoli.

Giardini curatissimi, un ginko enorme esplosivo di giallo e la residenza vera e propria coi suoi paraventi e soffitti decorati e soprattutto col pavimento in legno appositamente cigolante per avvisare col rumore la presenza di qualcuno nei corridoi !


Sbattuti fuori come di consueto all'ora di chiusura del monumento, non resta che dedicarsi ad un minimo di shopping e a curiosare tra le vetrine e i banchi del Nishiki Market, vie coperte e girate a mercato dove si trova di tutto, e nella zona cibo non resisteremo alla tentazione e proveremo a cenare con una ... pizza dal "Pizzeria Bar Le Napoli" ! 

Che poi, nonostante ci aspettassimo le peggio cose, non era neanche malaccio. Pasta buona condimenti discutibili, ma risate assicurate !

KYOTO SUD

Ormai siamo abituati, partenza di primo mattino, treno sulla Nara Line e in poco tempo siamo al cospetto di uno dei più famosi e importanti templi del Giappone, il Fushimi Inari.

Insieme al Fuji questo è un'altra cartolina del Giappone, chi non ha mai visto la foto della donna in kimono che percorre la strada dei Torii arancio ... beh, la strada dei Torii è questa. La caratteristica principale del tempio infatti sono i sentieri costellati di Torii dedicate alla kami Inari, dea degli affari e del riso. Un appuntamento obbligatorio per un viaggio in Giappone !

Ma le nostre intenzioni sono bellicose ! A differenza della maggior parte dei turisti che si fermano ad una delle prime gallerie, fanno la classica foto e se ne vanno, noi arriveremo fino in cima onorando quello che che è per molti giapponesi, un pellegrinaggio, un luogo di devozione.

Salutate le volpette all'ingresso, quali messaggeri della dea Inari può iniziare l'ascesa, col sole ancora basso che filtra tra i rami degli alberi o tra il bambù

Torii .... tantissimi, una galleria infinita. Il bello è che sono una specie di ex voto; ogni torii è stato acquistato e installato da famiglie o anche aziende e su ognuno di essi c'è la relativa dedica (ovviamente in giapponese, ma leggibile grazie alla tecnologia del traduttore)

Ma non solo Torii, ogni slargo, piazzola,  anfratto è ricoperto da altarini e tempietti a loro volta sommersi da piccoli torii votivi e altre offerte. Disordinato, caotico, trasandato, comunque mistico. Si capisce che questo un luogo sacrissimo, paragonabile forse a Lourdes o cose del genere.

Comunque posso dire che dopo una camminata di circa 2 ore finalmente si arriva in cima ! Poco di diverso rispetto a tutto il percorso ma c'è una certa soddisfazione e non manca un sentito grazie a tutto l'ambiente circostante pervaso di queste divinità "aliene" comunque benevole.

Che sia l'equivalente di un pellegrinaggio lo vedremo poi nella discesa dove avremo l'onore di incrociare e salutare un anziano giapponese malfermo sulle gambe sulle scale a circa metà percorso,  determinato ad arrivare in cima con i suoi mezzi ! Accompagnato comunque dalla sua famiglia ma  non abbiamo potuto fare a meno di esprimere a gesti e sorrisi tutto il nostro rispetto.

Terminata la discesa e sbirciato nel tempio principale dove è in corso una celebrazione, non resta che rifocillarsi ad uno dei baracchini di street food appena fuori dal tempio e riprendere il treno per tornare in città, regolarmente in ritardo sulla tabella di marcia, visto che il Fushimi Inari ha richiesto più tempo del previsto !

Tappa successiva è il To-Ji, un grande complesso di templi all'interno della città con la pagoda a 5 piani più alta del Giappone.

Ad accoglierci, fermo in posa da sembrare finto un magnifico airone a riposo sul fossato che circonda il tempio e all'interno mentre ci aggiriamo nel cortile del tempio sentiremo distintamente alle nostre spalle la parola "Gaijin" (stranieri) con un malcelato tono di disprezzo.


Un po' ci ferisce, un po' lo si capisce dev'essere fastidioso per loro come per noi vedere folle di turisti comportarsi in maniera irrispettosa nei loro luoghi sacri.

Visitato il giardino e acceso un incensino per tutti i nostri cari siamo pronti per un breve tratto in bus diretti verso il tempio successivo, l'imponente Hongan-Ji, con la sua coloratissima Karamon Gate (o porta cinese) e  nella corte principale, oltre al grande tempio in legno dove stazione imperterrito un ginko secolare che nonostante la scarsa luce serale, fa la sua bella figura.


Cacciati fuori alla chiusura come di consueto non resta che arrivare nel quartiere della movida a Pontocho per un giro a sbirciare negli ultimi negozi aperti, cenare e rientrare in albergo.

KYOTO EST

A poca distanza dall'albergo, fermata del bus, carta pasmo e via (oramai siamo diventati micidiali coi trasporti giapponesi) e dopo un percorso che pensavamo più breve si scende alla base della collina che ospita il famosissimo tempio Kiyomizu-Dera costruito senza far uso di chiodi.

Una camminata (in salita) tra le botteghe ancora chiuse (bene muoversi presto la mattina) per arrivare prima alla Niomon Gate e alla pagoda all'ingresso del tempio che gia si presenta bene, ma non si può non rimanere abbagliati da tanta bellezza al passo successivo, affacciarsi alla terrazza su palafitte in mezzo al rosso degli aceri è qualcosa che leva il fiato ! 

La visita (prolungata ovviamente più del previsto) sarà impreziosita per l'occasione da una mostra di bonsai stupefacenti, molti dei quali secolari !

Uscendo dal tempio obbligatorio passare per le vie commerciali caratteristiche Sannenzaka e Ninenzaka tutte costellate di case-botteghe vecchio stile in legno, con fermata obbligatorio allo store ufficiale dello Studio Ghibli per un'immersione nel mondo di Totoro e una sosta rifocillante per un ramen in compagnia dei rumorosi giapponesi !


Tappa successiva al Ryozen Kannon caratterizzato dall'enorme statua della Kannon di 24 metri, in onore dei caduti della seconda guerra mondiale.

Poco fuori tocca al Kodai-Ji col suo laghetto, il giardino e il ponte costellato di aceri rossi e una piccola foresta di bamboo.

Ma non è finita qui, accanto c'è anche il Kennin-Ji con un giardino Zen e il soffitto della sala principale decorato con dei maestosi dragoni !


Una breve sosta per riscaldarsi in un caffè e un piccolo sforzo per visitare l'ultimo tempio della giornata, lo Yasaka che è anche un parco e giardino pubblico che ospita tra l'altro il famoso ciliegio piangente di Gion, uno dei simboli vegetali del quartiere.



Si perchè alla fine della giornata siamo finalmente, in teoria all'ora giusta, nel quartiere di Gion, quello delle Geishe. Ci aggireremo furtivi (insieme a qualche migliaio di altri turisti) intorno alla Hanamikoji dori con la speranza di poter vedere almeno di sfuggita qualcuna di queste icone giapponesi.

Riusciremo per un attimo a vederne una (non so se Geisha o Maiko) attraversare la strada per entrare in una Ochaya, ma non sapremo mai se ne abbiamo vista una vera o una turistica, uscita solo per illudere l'esercito degli "invasori"

Concluderemo la serata andando verso l'altra zona storica, la Shinbashi-Dori, via che almeno è stata mantenuta con l'aspetto storico, senza neon deturpanti, molto tranquilla e fermarsi a cena in un tipico giapponese izakaya seduti al banco con la cucina a vista davanti a noi ! 



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