Per le motovacanze dell'anno, stavolta tocca alla Turchia, paese a ponte tra oriente e occidente, paese di contrasti tra modernità e arretratezza, tra innovazione e antichità; di sicuro un paese con tanto da offrire tra vestigia degli antichi imperi, panorami inconsueti e un pizzico di oriente che stuzzica la curiosità.
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Premessa
La Turchia, pur paese affacciato sul mediterraneo è lontanuccia, per ridurre il numero di chilometri "inutili" abbiamo optato per un largo uso di traghetti, ovvero per primo Ancona - Grecia (Superfast Ferries), poi Pireo - isola di Chios (Bluestar Ferries) , infine Chios - Çeşme (Erturk Ferries), un po impegnativo ma ci consentirà di concentrare l'usura della moto e i giorni di vacanza sui nostri obiettivi.
Giorno 1 - Firenze Ancona
Partenza da casa di buon mattino per un semplice trasferimento fino al porto di Ancona dove ci imbarcheremo il primo pomeriggio per Igoumenitsa. Preso possesso della cabina, buonanotte e sveglia in Grecia !
Giorno 2 - A zonzo tra miti e storia della Grecia
Il traghetto per l'isola di Chios partirà solo la sera successiva, per cui una giornata a spasso per l'accogliente Grecia ci sta proprio. Prima tappa il mitologico fiume Acheronte !
Che poi di infernale ha ben poco, anzi è veramente una bella zona ! Un canyon un fiume basso dalle acque freschissime, la possibilità di passeggiare con le gambe a mollo e un'area attrezzata con tutti i comfort per passare la giornata al fresco !
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L'Acheronte |
Qualche chilometro in moto per aggirare il canyon e dall'altro lato ci troviamo alla "porta dell'Ade", impossibile non farsi suggestionare dai nomi dei luoghi !
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La porta dell'Ade |
In Grecia abbondano le tentazioni indicate dai cartelli marroni, nella nostra strada verso sud però l'attenzione verrà attirata dalle imponenti mura e dal teatro dell'antica città di Nicopoli d'Epiro che liberamente fruibile si presta a un motofoto ricordo suggestivo.
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Nicopoli |
Però non solo antichità, anche ingegneria. solo per dire di aver guidato la moto sott'acqua affronteremo ridendo come scemi il tunnel sottomarino di Preveza col pedaggio di 0,70€ .
Ignorare le successive indicazioni per Lefkada è dura, ma i nostri obiettivi sono altri, per primo l'isolotto di Aitoliko col suo paese a mollo (ma la foto è bella solo fatta dall'alto con un drone, mentre a livello terra è abbastanza insignificante), per poi passare alla vicina Missolungi famosa per essere luogo della morte di lord Byron (ricordato con una bella statua nel parco degli eroi) e per le saline più grandi della Grecia.
Ancora qualche chilometro e finalmente raggiungiamo Lepanto (ora Nafpaktos), luogo della famosissima battaglia navale che sfiorammo appena durante la precedente motovacanza greca ed era rimasto come pallino !
Un bel paesino marinaro, un porto fortezza e un piacevole soggiornare, soprattutto quando scopri che la stanza di albergo affaccia proprio sul porto veneziano, tanto basterebbe per coronare una bella giornata.
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Dalla nostra stanza |
Cervantes |
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Spiaggia di Nafpaktos |
E per la sera, prima un bagnetto sotto le mura storiche, un saluto a Cervantes che ha combattuto nella battaglia di Lepanto e un fine serata in un ristorantino tipico greco che però ci deluderà, peccato.
Giorno 3 - A caccia di passi per cincischiare fino al Pireo
Il traghetto per Chios partirà solo la sera dal Pireo che è poco più di due ore da Lepanto, quindi ? Si va a cercare qualche passo e qualche strada tortuosa nel Peloponneso.
In primis un passaggio sul bellissimo ponte Rio - Antirio ormai nostro amico dal tempo della precedente scorribanda,
un tratto di di autostrada per poi inerpicarsi sulla strada di montagna verso Doumena e il relativo passo a 1050 m. La strada non è entusiasmante, abbastanza malmessa e non particolarmente divertente. Ci regalerà però qualche panorama inconsueto, ossia alcune montagne senza punta, veri e propri altipiani coltivati, quasi dei giardini pensili.
Il successivo sarà il ben più alto, impegnativo e soprattutto fresco passo Peristeras, sul monte Chelmos a quasi 1800 metri, 7°C (affrontati con la giacca estiva traforata) e un nebbione da competizione !
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Passo Peristeras |
Ma la moto è questa e ci piace così !
Le strade molto più lente del previsto fan si che una volta a valle si cominci ad avvicinarsi al Pireo, per poi apprendere che il nostro traghetto subirà un ritardo di 4 ore per avverse condizioni meteo.
Sequela di improperi a 360° perché questo ritardo ci farà perdere la coincidenza col traghetto per la Turchia il giorno successivo, ma poco c'è da fare. Deviazione sulla litoranea del golfo di Elefsina, attratti come al solito da un famoso relitto.
Relitto della Mediterranean Sky |
Non resta che imbarcarsi al Pireo e dormire fino all'isola di Chios
Giorno 4 - Isola di Chios
Sbarcati alle 8:30, quando il traghettino per Çeşme partiva alle 8:00, non resta che andare agli uffici della Erturk Lines e fortunatamente le gentili impiegate convertiranno il nostro voucher per il traghetto successivo senza ulteriori spese, con l'inghippo che il traghetto partirà l'indomani alle 17:00 !
Non ci resta che trovare un alberghetto (facile in Grecia) e perdere quasi due giorni a Chios.
Tempo in abbondanza, inutile andare in albergo al mattino, optiamo per una esplorazione della parte nord dell'isola. Trascurato l'abitato di Chios, bruttarello e trafficato (come ogni porto che si rispetti), prima tappa obbligata ai coreografici mulini sul mare che sono il biglietto da visita dell'isola.
Poi è davvero giringiro senza una meta precisa per godersi le magnifiche (e deserte) strade dell'isola prima a strapiombo sul mare (con la Turchia presente all'orizzonte) poi tra i sassi bruciati dal sole e in mezzo alle pinete.
Posto ideale per fermarsi per un fresco picnic all'ombra degli alberi. Picnic interrotto più volte da forestali ed esercito che controlleranno i nostri documenti, obbligati a monitorare chi passa dai boschi dell'isola a causa degli incendi infuriati sull'isola fino a pochi giorni prima.
Ancora qualche curva, fino ad arrivare a pomeriggio inoltrato a Megas Limnionas, dove abbiamo preso una camera in un simpatico B&B dotato di piscina che sfrutteremo all'istante.
E per cena ? decisi a dare una seconda possibilità all'ospitalità greca, tenteremo il ristorantino sulla spiaggia del paese, "Agyra Restaurant" e stavolta con soddisfazione direi che ci è andata bene ! Personale cortese, ottima cena e molto di fatto in casa. Perfetto per riconciliarsi dopo la deludente esperienza di Lepanto, poi due passi per digerire e buonanotte !
Giorno 5 - Da Chios a Çeşme (Turchia)
Mattino passato tra bagagli e un po di spiaggia, poi una spesa e via al porto di Chios con un certo anticipo per prepararsi all'imbarco.
Passati i controlli, passaporto e dogana per l'importazione temporanea della moto finalmente è traghetto ! Corsa breve (circa 40 minuti) e a terra di nuovo attese e controlli (e tempo perso a causa di segnaletica un po' approssimativa), tanto che riusciamo ad uscire dal porto quasi alle 19.
E finalmente siamo in Turchia !!!
Il sole comincia a calare, tanto vale fermarsi al centro commerciale per procurarsi le SIM turche (nello specifico Turkcell) darsi un'occhiata in giro e concludere la giornata in un alberghetto per una meritata doccia e cena.
Giorno 6 - Afrodisia e Pamukkale
Oggi si comincia veramente a macinare chilometri in terra turca. Constata l'impossibilità di procurarsi il bollino per le autostrade turche HGS (il sistema non riconosce le targhe moto italiane), non resta che andare a a quanto pare pagare poi i transiti in dogana. Ok vedremo.
Allontanati dalla periferia di Izmir, si comincia a vedere la Turchia, stradoni (con un ottimo asfalto), campi coltivati a perdita d'occhio e caldo !
Comunque passata qualche autostrada con caselli HGS, un'altra con lettura della targa e casello all'uscita (pagabile con carta di credito) e qualche strada statale si arriva precisi all'ora "degli esperti" (ossia col sole allo zenith) ad Afrodisia.
Afrodisia, antica città greco-romana è un sito enorme, non ce lo aspettavamo, ma è impossibile non rimanere meravigliati dal Tetraplyon, dallo stadio, praticamente integro e dall'enorme teatro, oltre a numerose altre costruzioni e reperti di grande valore.
Tetraplyon |
Stadio di Afrodisia |
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Teatro di Afrodisia |
Come di consueto quella che pensavamo una visita breve, giusto per spezzare il trasferimento alla meta successiva, sarà molto più lunga (e calda) del previsto, ma ne è valsa assolutamente la pena. A posteriori posso dire che Afrodisia sarà poi il più bel sito archeologico che vedremo nel corso del viaggio.
Il tempo speso ad Afrodisia farà si che arriveremo a Pamukkale a pomeriggio inoltrato, tanto da farci rinunciare al giro nel parco sotto il famoso "castello di cotone" essendo vicini all'orario di chiusura e puntare direttamente all'ingresso principale, dove dopo un po' di coda entreremo per l'accesso serale (30€ dalle 19 in poi, per il tramonto) alla città di Hierapolis per poi spostarsi rapidamente alla curiosità della zona, le terrazze di calcare.
Il panorama è senz'altro inconsueto, ma a prima vista anche deludente, acqua non se ne vede. Continuando la camminata lungo l'enorme deposito di calcare finalmente si nota dalla parte opposta dell'ingresso la possibilità di entrare, rigorosamente senza scarpe, a pesticciare il tappeto bianco, fino a mettere i piedi dentro le poche pozze di acqua termale rimaste.
Tutto molto poetico, ma quello che la gente non dice è il mal di piedi ! Il calcare pur bianchissimo è abrasivo e irregolare e camminarci sopra scalzi è tutt'altro che piacevole, ma va fatto ed eroicamente lo facciamo !
Per concludere la giornata, proveremo a farci un tè con l'acqua di Pamukkale, che butteremo via, l'acqua è veramente troppo calcarea, sembrava di bere latte di calce.
Giorno 7 - La via Licia
Vestigia delle passate civiltà abbondano in Turchia, oggi dopo un trasferimento tocca alla storica regione della Licia. In primis c'è da svalicare le montagne, anzi l'altopiano, tant'è che ci troveremo sorpresi su un passo a quasi 1500 metri senza essercene accorti. Ottimo posto per una sosta al fresco a base di gözleme (che scopriremo essere una pietanza tipica e non un amena località lunga molti chilometri).
Dall'altopiano si scende verso il mare alla città di Fethiye, dove in una zona periferica torreggiano le tombe degli antichi re di Licia scavate nella roccia (una piccola Petra), tra cui spicca la famosa Tomba di Aminta. Peccato solo per l'accesso, una stradina stretta e pendente che finisce in casa di qualcuno.
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Tomba di aminta |
Poi tocca di nuovo ad un antica città greco-romana, Xanthos, ma solo per il fatto che è praticamente aperta e con la strada che passa tra teatro e ruderi.
Xanthos |
E dopo tanti stradoni si torna ad essere motociclisti, arrivati sulla costa la strada verso Kaş è una goduria. La D400 in questo tratto è una specie di Aurelia a mezza costa tra rocce e mare, larga con bei curvoni, anche se con un po' troppo traffico, ma d'altronde è normale, siamo nella riviera turca.
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D400 |
E fino a Kaş un nuovo giochino, individuare tra le decine di isole che si vedono quale è quella greca di Castellorizo, dove hanno girato "Mediterraneo". (Per la cronaca non ci siamo riusciti e abbiamo battezzato Castellorizo qualsiasi isolotto visibile).
Poche soste e pochi indugi (abbiamo pur sempre da recuperare quasi due giorni a causa dei traghetti) ed è strada fino a Demre, per una visita al limite dell'orario di chiusura serale all'antica città licia di Myra, la città di cui fu vescovo San Nicola, poi Santa Claus (che poi è il nome dell'albergo da cui non ci potevamo certo esentare).
Myra |
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Teatro di Myra |
Anche a Myra, città licia, oltre a a un gran bel teatro, abbondano le tombe scavate nella roccia, tanto da farla sembrare quasi un presepe, merita senz'altro la vista.
Giorno 8 - Trasferimento fino a Mersin
Oggi basta indugi, il programma è tagliare alcune cose minori da vedere e cercare di recuperare strada fermandosi solo al "must see" dell giorno, ossia al teatro romano di Aspendos, l'unico teatro romano arrivato praticamente integro fino ai nostri giorni !
Bello, assolutamente da vedere, ma essendo una cosa sola la visita è breve (trascureremo gli altri ruderi della città di Aspendos, che richiedono una camminata e tempo che non abbiamo). Da lì è strada, tutt'altro che facile a causa del traffico pesante e dei numerosi semafori.
In questa parte della costa costa turca, la D400 è praticamente l'unica strada "veloce" che attraversa la regione verso est, quindi intasata di camion (abbiamo subito anche i tre camion affiancati sulle tre corsie del senso di marcia) e oberata di traffico locale. E' una specie di enorme rimini con albergoni colorati tipo Las Vegas decisamente inquietanti e infestata di semafori per cui alla fine la velocità media è piuttosto limitata.
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Ma perché 82 ? |
Una sosta al volo per una foto al castello dei crociati di Mamure
Mamure castle |
e ancora strada e traffico fino ad arrivare a Mersin in albergo che ormai è gia buio da un pezzo. Una sfacchinata ma con questo abbiamo recuperato quasi un giorno !
Giorno 9 - A un passo dalla Siria, Gaziantep
Giorno recuperato e oggi un po' di calma, prima tappa a Tarso, città di origine di San Paolo, mica un santo qualsiasi !
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Pozzo di San Paolo |
A seguire un giro nel caotico traffico di Adana (che proprio un paesino non è, visto che ha 2 milioni di abitanti) per arrivare a godere della bellezza della moschea Sabanci.
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Mosche Sabanci |
Mentre la vecchia moschea e il ponte in pietra non sono un gran che, non resta che riprendere la strada verso Gaziantep, sistemarsi in albergo il primo pomeriggio e con abiti e scarpe leggere andare verso il famoso Museo dei Mosaici di Zeugma, che promette meraviglie.
Premessa, Zeugma importante città fondata da Alessandro Magno, poi città romana è rimasta parzialmente sommersa dopo la costruzione di una diga sull'Eufrate. I maggiori reperti e i pregevoli mosaici sono stati salvati trasferendoli nel museo dedicato a Gaziantep.
E bisogna dire che i turchi hanno fatto veramente un buon lavoro ! Il museo è moderno, grande e i mosaici illuminati con sapienza. In più sono stati ricostruiti alcuni ambienti smontando e rimontando intere case.
Una sala intera e buia è dedicata al solo frammento del mosaico della "ragazza zingara", il pezzo più pregiato della collezione e pur se piccolo è fatto con una maestria non comune, gli occhi della ragazza sono magnetici.
Buttati fuori dal museo all'ora di chiusura come di consueto, giusto in tempo per notare una serie di steli in pietra che raffigurano re Antioco che stringe le mani a dei e potenti dell'epoca,
Antioco ed Ercole |
non resta che terminare la serata curiosando in qualche negozio e nel moderno centro commerciale attiguo all'albergo.
Giorno 10 - Mesopotamia !
Anticipata alla sera precedente la visita al museo, si può sfruttare la mattina prima del check out per una visita all'altra attrazione di Gaziantep, una breve corsa in taxi e in pochi minuti siamo al Bazar del rame.
Non lo si può negare i bazar orientali hanno sempre un certo fascino e questo non fa eccezione; oltre agli usuali esercizi ha la particolarità di avere molte botteghe artigiane che lavorano il rame. In genere molto affollato, ma visitato all'apertura è assolutamente godibile.
Fatto alcuni acquisti, non resta che rientrare in albergo a piedi passando dalla zona commerciale della città dove avremo modo di vedere negozi di pistacchi (i famosi pistacchi dell'Anatolia) e il formaggio locale, una specie di mozzarella in cubetti confezionata in modo "inquietante".
Negozio di pistacchi |
Mozzarella |
Riprese le moto in albergo e di nuovo in strada verso est dopo poco si para davanti un qualcosa di mitico, l'Eufrate !!
Foto d'obbligo (Firat è il nome turco dell'Eufrate) e la consapevolezza che una volta passato il ponte saremo in Mesopotamia, la famosa Mesopotamia di tanti ricordi (a volte incubi) scolastici, ma sicuramente una delle culle della civiltà ! Anticipo subito che a causa del ritardo accumulato per colpa dei traghetti dovremo rinunciare ad arrivare fino al Tigri, ma hai visto mai che in futuro ....
In Mesopotamia, tappa obbligata a Sanliurfa, prima oasi, poi città di Alessandro Magno (Edessa), poi città sacra.
Parcheggiate le moto in un vicolo all'ombra, belli accaldati veniamo subito sorpresi dalla gentilezza turca (o delle gente del deserto ?), senza una parola, ci si presenta davanti il vecchietto venditore di bombole di gas che ci offre due bicchieri d'acqua fresca e un sorriso ! Commovente, ricambieremo con una bandierina italiana, sorrisi reciproci e neanche una parola. Gente di altri tempi.
L'oasi è un vero e proprio giardino, verdissimo, palme e tanta gente a godersi il fresco e l'erba (cosa strana in queste regioni). In più all'interno c'è la famosa "Vasca di Abramo" brulicante di pesci ovviamente sacri.
Tutta la zona è un santuario da sempre, un luogo di culto fin dagli albori della civiltà, addirittura da prima di Abramo. In quanto luogo sacro, la vasca è circondata da moschee ed è ovviamente oggetto di turismo e pellegrinaggio.
E per concludere la giornata, trasferimento fino a Karadut (villaggio vicino alla cima di Nemrut) attraverso chilometri di niente e qualche incertezza a causa di deviazioni mal segnalate e rimediate con l'aiuto di Furio, l'inossidabile navigatore !
Karadut Pansyon |
Una nota : La strada per il versante sud di Nemrut, comincia al villaggio di Narince ed è in piastrelle di cemento, tipiche della Turchia, in paese al momento del nostro passaggio però era praticamente sterrata, dopo diventa una bellissima strada che passa in mezzo a montagne e gole di tutto rispetto.
Giorno 11 - Nemrut Dağı
Un'abbondante colazione e si parte per quello che da sempre abbiamo considerato come il clou del viaggio. Da Karadut, anzi dalla Karadut Pansyon alla cima sono circa 10 km di strada piastrellata in ottime condizioni, senza traffico, ma con un vento decisamente forte e in alcuni punti pericoloso.
Sosta obbligata (c'è la sbarra che impedisce di proseguire) al centro visite per il biglietto di accesso (10€) e qualche gadget poi ultimi 2 km fino al piazzale a 2100 m da dove partono i sentieri per raggiungere la cima.
Centro visite |
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Fine della strada |
E la cima va conquistata ! Una volta lasciate moto sono almeno 20 minuti tra scale, ribattezzata "stairway to heaven" e sentiero per arrivare terrazza est, una faticaccia (specialmente con l'abbigliamento da moto) ampiamente ricompensata dallo spettacolo che ci si para davanti.
Siamo arrivati al top del nostro viaggio, siamo finalmente sulla cima di Nemrut Dağı
Panorama incredibile, sembra di essere in cima al mondo e poi le suggestive statue con le enormi teste a terra (crollate a causa di terremoti), si ha l'impressione di essere in un luogo leggendario, anche se in realtà dovrebbe essere "solo" la tomba del nostro amico Antioco (quello ritratto nelle steli che stringe le mani a tutti).
Con la luce del primo mattino e nessun altro che noi è proprio un luogo magico !
Difficile smettere di fare foto, i "testoni" sono tremendamente coreografici e fotogenici, ma la curiosità ci spinge a fare il giro del tumulo (che tra l'altro è ancora tutto da scoprire) fino alla terrazza ovest, con un'altra serie di statue decapitate e testoni in bella posa.
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Antioco |
Testoni |
L'orologio ci strappa con forza dal nostro faticoso giro intorno alle terrazze e visto che oramai s'è fatta quasi l'ora di pranzo ecco spuntare dal bauletto un'ottima anguria da consumare al fresco dei 2000 metri di Nemrut, poi si pensa a ricominciare ad avvicinarsi a casa.
Anguria a 2000 metri |
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