martedì 22 settembre 2020

2020 - Dalla Bretagna di Finistère a Vichy

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I fari di Finistère

Ultimo colpo di coda della Côte de granit è il faro di Men Ruz in quel di Ploumanc'h, una costa stranissima fatta di enormi blocchi di granito su cui torreggia un faro fatto delle stesso materiale
Faro di Men Ruz

Un passaggio nel paese di Lannion per un rifornimento di generi alimentari e una foto alla piccola piazza principale abbellita da delle carinissime case a graticcio
Place du Général Leclerc a Lannion

Ma ci concederemo una sosta vera e propria solo nel paesino di Saint-Michel-en-Grève; durante il transito la nostra attenzione verrà catturata dalla baia praticamente a secco a causa della bassa marea. 
In questi casi è facile inventare un nuovo gioco, chiamato "andiamo a vediamo quanto è lontano il mare dalla spiaggia !"
Il mare è lontanissimo

Eppure poco fa era sicuramente qui

Per raggiungere il mare alla fine occorrerà una discreta camminata, ma il tempo perso così non ha veramente prezzo ! E poi potremo dire di aver attraversato a piedi la baia di Saint-Michel (anche se non è quello che tutti conoscono)

Lasciato alle spalle Saint-Michel-en-Grève dopo poco la strada ci porta ad entrare nel dipartimento di Finistère, quello che è l'ultimo lembo di francia prima dell'oceano. 
Prima sosta fotografica al Pointe de Penn al Lann, da dove si gode una gran bella vista della baia e sopratutto dello Chateau de Taureau, una fortezza costruita su un isolotto, in tempi normali raggiungibile con un breve trasferimento in barca.

Chateau de Taureau

Ma questi non sono tempi normali, il servizio per la visita del castello è molto ridotto e del tutto assente durante la nostra breve permanenza. Pazienza dedicheremo la nostra attenzione ad un'altra curiosità ambientale.
Poco lontano, oltrepassato il paese di Carantec c'è "La Passe - route submersible", ovvero una delle strade che vengono regolarmente sommerse  dal mare e che mettono in comunicazione il "continente" con l'Ile Callot
Verificati gli orari della bassa marea grazie a internet (bella la tecnologia, quando funziona !) sul sito della municipalità di Carantec, ci lanciamo in questa divertente avventura.
In fin dei conti si tratta solo di fare alcune centinaia di metri su una strada umida, scivolosa e stretta .... 

"La passe", appena aperta con la bassa marea

Ma è una strada che fino a poco fa, e tra qualche ora sarà nuovamente sott'acqua ! 
Come non festeggiare, prendendo un po di alghe anche solo aprendo lo sportello della macchina !!!
Daniela con le alghe appena raccolte

Commento musicale ? Lo stereo della macchina a tutto volume suona "La Mer" di Charles Trenet !

I passi successivi saranno invece un po una delusione, spingendosi sempre più verso il finisterre francese, devieremo prima per il faro di Pontusval, che non è niente di che se non un luogo molto balneare con una bella spiaggia, e poi verso il villaggio di Meneham, una specie di sito neoarcheologico esaltato alla francese, ma poco interessante. In pratica i pescatori della zona nel passato (anche abbastanza recente) costruirono le loro case al riparo dal vento sfruttando al meglio la protezione offerta degli enormi massi presenti sulla spiaggia
Villaggio di Meneham

Per fortuna la Bretagna sa farsi perdonare ... la tappa successiva ci porta alla punta più punta che c'è, ma sopratutto al faro di Saint-Mathieu, alto, sfrontato, colorato e costruito vicino ai bellissimi ruderi dell'omonima abbazia

Bellissimo, a picco sulla scogliera, difficile non trovarsi a fantasticare su storie medievali oppure di pirati, marinai, oceano rabbioso e tutto quello che viene in mente; fatto sta che questo fare è qui per fare la cartolina, tutta l'area è bellissima !

E poco distante, altra perla, il faro di Petit-Minou, protetto dai resti di un bunker tedesco comunque sempre aperto e raggiungibile con uno spettacolare ponte in pietra, niente da aggiungere, solo guardare e bearsi di tanta bellezza esaltata dalla luce perfetta del tramonto.
Faro di Petit-Minou

Viaggiatori contenti

Per raggiungere poi il nostro albergo attraverseremo Brest, che al buio ci apparirà ben poco interessante, anzi proprio brutta. Non rimpiangeremo la mancata visita.

L'esplorazione del Finistere continua con una gradevole escursione lungo la penisola de Crozon, con una meritata pausa al tavolino del caffè con vista porto a Camaret-Sur-Mer.
Proseguendo verso la punta strade e stradine ci portano prima sul Pointe de Toulinguet, e poi verso il Pointe de Pen-Hir, dove torreggia una croce dedicata ai bretoni che hanno combattuto durante la guerra
Pointe de Pen-Hir

Punte della frastagliata costa bretone in cui comunque i protagonisti sono sempre le scogliere e il mare infinito, mare che  poi è l'oceano Atlatntico, mica bruscolini !!

Ma il nostro girovagare non può accontentarsi di così poco, ci aspetta la punta più punta che c'è, la propaggine più orientale della Bretagna continentale, ossia la Pointe du Raz.
Pointe du Raz è un luogo gettonatissimo, parcheggio (a pagamento, 6€ a forfait), ufficio del turismo, botteghine di souvenirs (sopratutto con la banconota da collezione 0 Euro ) e una camminata di circa 30 minuti per arrivare al faro.
La ... dove finisce la Francia !

La Vieille, visto dalla pointe du Raz

Il luogo è davvero suggestivo .... e si merita un autoscatto che visti gli scarsi mezzi a disposizione risulterà come da tradizione storto ... 

Girovagare per fari e punte prende tempo, ma avanza ancora quello per una rapida visita ai ruderi della Chapelle de Languidou, in mezzo alla campagna bretone
Chapelle de Languidou

E si son ruderi, lo so .... ma hanno un fascino irresistibile, mettici poi la luce calda del tramonto e non puoi esimerti da una sosta fotografica !!

Sole sempre più basso ma resta ancora il tempo per un'occhiata all'imponente faro di Eckmühl che domina il paese di Penmarch
Faro di Eckmühl

Faro di qua, punta di la, panorama, sosta, caffè, pipì .... fatalmente dovremo accontentarci di ammirare la cattedrale di Quimper , dove pernotteremo, ormai al buio, ma ne vale assolutamente la pena.

Cattedrale Saint-Corentin

Dal Finisterre a Rennes

Finita la scorpacciata di fari e scogliere è tempo di lasciarsele alle spalle e ricominciare a tornare verso casa, ma come al solito con calma e con occhio attento a ciò che offre il panorama.
Ultima sosta nel dipartimento di Finisterre è la città di Concarneau, la cui ville-close è una chicca.
Sfortuna vuole che il giorno della nostra visita coincide con quello del mercato settimanale, per cui troveremo un traffico pauroso e parcheggi pieni. Tuttavia poco lontano dal centro storico la vecchia stazione ferroviaria ora in disuso è diventata un immenso parcheggio, tra l'altro gratuito.
Occorrerà una camminata un po più lunga del previsto per arrivare al porto, ma potremo esplorare questa piccola Saint-Malo in tranquillità.
Ville-Close di Concarneau

La Ville-Close è un piccolo villaggio costruito su un isolotto e interamente circondato da mura, 
L'immancabile biscuiterie bretone

ma tanto il nostro interesse sarà esclusivamente quello della caccia allo 0 Euro relativo .... Cacciatori di 0 Euro in azione !

Lasciato Concarneau si cominciano a macinare chilometri con l'obiettivo di andare a visitare Rennes, capitale della Bretagna, ma fatalmente un cartello sull'autostrada attrae la nostra attenzione e finiremo con l'uscirne e guidati dal fido Furio, percorreremo le stradine di campagne francesi fino ad arrivare ai Menhirs di Monteneuf.
Scopriremo un vero e proprio sito megalitico ad accesso libero, dove fanno sfoggio una discreta seria di Menhirs, pietroni messi in verticale e allineati per chissà quale motivo.


Daniela e menhir

L'area non è presidiata, tuttavia è in ordine e pulita, qui c'è rispetto per le ricchezze del paese.
I menhirs fanno perdere tempo, tant'è che arriveremo a Rennes nel tardo pomeriggio, giusto il tempo di aggirarsi per le vie del centro storico ad ammirare la facciata della cattedrale 
Cathédrale Saint-Pierre de Rennes

Ma sopratutto le assurde architetture raffazzonate, storte, impossibili, ma curiose delle case a graticcio "alla bretone", di cui abbonda il centro città.
Place du Champ Jacquet

Scopriremo una città in fermento, Rennes al tempo della nostra visita è piena di cantieri sia di restauro che di evoluzione, inoltre abbonda di giovani tutti impegnati nel rituale dell'aperitivo affollando tutte le piazze del centro.

Poitiers, Limoges e Vichy

Dal momento che per tornare a casa occorre attraversare tutta la Francia le soste irrinunciabili proseguono con la mitica Poitiers.
Resa famosa dalla battaglia vinta da Carlo Martello contro gli arabi e ironicamente cantata da De Andrè nella sua famosa "Re Carlo Martello ritorna dalla battaglia di Poitiers" (scritta a 4 mani con Paolo Villaggio). 
Parcheggiata la macchina nel comodo parcheggio sotterraneo proprio sotto la piazza del mercato ad un passo dalla cattedrale, cominciamo ad aggirarci per le piacevoli vie del centro.
Pezzo forte della visita è la cattedrale Notre-Dame la Grande, chiesa romanica del XI secolo interamente decorata
  
Facciata

Notre-Dame la Grande

Ma oggi è vivace giorno di mercato, ci lasciamo distrarre dai banchini e dai colori, ancora baciati da una giornata di sole meravigliosa
Case a graticcio e banchini
Senza scordarsi che quest'anno la città è stata arrivo di tappa del Tour de France, giustamente celebrato di fronte all'Hotel de Ville
Il Tour è stato qui !

La sosta successiva invece ci riporta ad un periodo tetro della nostra storia, alla guerra, al villaggio fantasma di Oradour-sur-Glane.
Questo villaggio il 10 giugno del 1944 fu vittima della ferocia nazista volta a stroncare l'attività partigiana nei giorni successivi al D Day.... tutti i 642 abitanti (bambini compresi) furono uccisi dai soldati nazisti e l'abitato dato alle fiamme ... agghiacciante.


RICORDARE.... SEMPRE !!!!

Dopo la guerra fu scelto di ricostruire il villaggio poco lontano e lasciare il vecchio a perenne memoria, Aggirarsi per quelle vie spettrali mette non poca angoscia ....
La farmacia e l'auto del dottore

Il corso principale del paese

Nonostante la presenza di turisti poco rispettosi e bambini schiamazzanti, il numero di visitatori è tutt'altro che esiguo e ciò non può far altro che piacere, è un luogo della memoria si, ma evidentemente  memoria ancora ben viva nella coscienza dei francesi. 
L'accesso al villaggio fantasma è gratuito, ma non è libero lo si raggiunge passando attraverso il centro della memoria

Dotato di ampio parcheggio (gratuito) e costruito quasi interamente sottoterra, ospita mostre e un centro documentale (oltre al nostro ossessivo souvenir .... gli 0 Euro !) è normalmente aperto dalle 9.00 alle 18:00 . Non ci sono bellezze artistiche, ma è una visita da fare, non si può rimanere insensibili davanti a questi ruderi !
Con l'anima appesantita lasciamo Oradour per dirigerci verso la poco distante Limoges, alla ricerca di qualche souvenir in "porcellana di Limoges".

Limoges inizialmente ci disorienta un po, non ha la classica struttura delle città francesi, infatti ci dirigeremo senza indugio verso la bella cattedrale di Saint-Etienne
Cathédrale Saint-Étienne de Limoges

per poi ritrovarci fuori dall'effettivo centro della città che è nel quartiere accanto, ovviamente in cima alla collina ! 
Risalita la china ci addentriamo tra le stradine del centro e la nostra esplorazione ci farà scoprire due angolini veramente particolari .... 
Il primo è "La Cour du Temple", in una delle vie pedonali del centro attraverso uno stretto corridoio
Accesso al Cour ...

Si arriva ad una carinissima piazzetta caratterizzata da localini e case a graticcio
Cour du Temple

Niente di che se non una gradevolissima e inaspettata sorpresa.
Altro luogo carinissimo è il quartiere più vecchio della città, la Boucherie, anticamente sede di macellai e artigiani e oggi ancora ben conservato con le sue botteghine e le case a graticcio, il cui confine superiore corrisponde alla particolare cappella medievale di Saint Aurélien
Chapelle Saint Aurélien

La città ordinata e gradevole eccelle anche negli edifici civili, come il bel municipio
Hotel de Ville di Limoges
e l'antico ponte di Saint-Etienne
Ponte di Saint-Etienne

Unica nota negativa di Limoges .... non abbiamo trovato nel centro nessun negozio degno di nota che vendesse delle porcellane di Limoges i casi sono 2 o abbiamo sbagliato qualcosa oppure toccherà tornare prima o poi per cercare meglio !

Ultimo stop prima del rientro in patria, Vichy
Un po la curiosità di andare a scoprire un nome così famoso, un po l'entusiasmo della Daniela da quando abbiamo impostato la città termale sul nostro percorso di ritorno, ci dirigiamo direttamente carichi di bottiglie vuote verso una delle sorgenti più famose.
Ai margini del centro cittadino, proprio su un lungofiume, tra l'altro con parcheggi gratuiti c'è la Source Celestine
Source Celestine

In uno splendido padiglione art decò, liberamente fruibili (numerosi sono i passanti che arrivano con le loro bottiglie) la sorgente è a disposizione di tutti, e dai rubinetti in ottone sgorga acqua gasata naturalmente .... 

Ma non è solo acqua termale, avvicinandosi al parco delle sorgenti, Vichy si scopre poco a poco e quello che ne è esce è uno splendido ambiente ancora intensamente "belle epoque".



Passeggiando per il parco (dopo essersi procurati lo 0 Euro souvenir) si ha davvero l'impressione di essere in piena belle epoque .... padiglioni, choschi, il lunghissimo porticato in ferro 

ma sopratutto all'interno della sala delle sorgenti, l'unica cosa che manca sono i personaggi vestiti in stile, donne con abiti svolazzanti, uomini con giacca a righe e paglietta ....
Sala delle sorgenti

Giuro ci abbiamo provato, anche se con scarsissimi risultati ad interpretare i ruoli, ma ci sono mancati glia abiti fin-du-siecle 
autoscatto al tavolino in posa Belle Epoque

Riguadagnata la macchina e fatto scorta di acqua di Vichy, non ci resta che concludere questa bella e strana vacanza tra mascherine e voglia di viaggiare, ma con una conferma ulteriore che la Francia è davvero bella ovunque e non ci sono scuse per non visitarla !

Note

Tempi di coronavirus, abbiamo viaggiato sempre con la mascherina appresso da indossare anche all'aperto nei luoghi "affollati". Niente colazioni in albergo, niente o quasi ristoranti e simili, solo spese nei supermercati per il necessario al pic nic o alle colazioni in stanza. Per fortuna il meteo ci ha voluto bene e per una settimana abbiamo pranzato sempre all'aperto in posti spettacolari.
Ci siamo sentiti in tutto e per tutto dei camperisti .... ma senza camper !
Per i pernotti, al solito abbiamo usufruito degli alberghi per viaggiatori alla francese, con una propensione per la catena Premiere Classe, che garantisce camere essenziali, pulite e reception H24 automatizzata.



2020 - Dalla Normandia alla Costa di Granito rosa

 Il 2020 è un anno particolare che rimarrà nella storia, nel nostro piccolo abbiamo dovuto scontrarci con cambiamenti che hanno in qualche modo limitato la nostra libertà di spostamento.

Vacanze principali di luglio saltate, allora si tenta il recupero concedendosi una settimana a spasso per il nord della Francia, con qualche traccia da seguire, mascherine, un auto (i chilometri sono tanti e il tempo limitato) e il navigatore GPS oramai ufficialmente battezzato FURIO da quanto è logorroico !

Da Giverny a Rouen 

Un lungo trasferimento, occhi chiusi all'altezza dei cartelli che indicano  Fontainebleu e Versailles, per poi arrivare a nord di Parigi alla prima tappa della nostra vacanza il celebratissimo villaggio di Giverny, residenza per oltre 40 anni del grande Clude Monet.


Biglietti acquistati online direttamente dal sito della Fondazione e all'ora programmata siamo pronti a percorrere i luoghi cari al grande pittore. Non che avessi grosse aspettative, ma dopo poco dovrò ricredermi. Il giardino d'acqua è stupendo, mai visto eppure familiare .... è come entrare in quadro di Monet !

Le ninfee

Un quadro ! 


Nonostante un certo affollamento e gli spingitori per far scorrere i turisti, è difficile non soffermarsi a bearsi della vista o alla ricerca dell'inquadratura perfetta che mescoli sapientemente i colori del cielo e del giardino. Capisco adesso la fissazione di Monet per le ninfee, non usciresti mai da questo piccolo paradiso. 
Attraversata la strada la visita prosegue con il giardino che circonda la residenza 
e lo studio, che è stato in parte riarredato con copie dei quadri più famosi prodotti tra queste mura.
una parete dello studio
La visita a Giverny poi si concluderà al piccolo cimitero del paese (ormai bene o male ridotto ad un parco tematico) per una doverosa visita alla tomba dove riposa l'artista, tomba che altro non è che il sepolcro di famiglia dove occorre qualche istante per trovare la lapide che indica il Monet giusto in mezzo a tutti i suoi familiari ed eredi.

Soddisfatti e già in ritardo sul programma (pensavamo di dedicare non più di un'ora a Giverny, ma ne sono occorse di più), riprendiamo l'auto e grazie alle indicazioni di Furio, in poco tempo arriviamo al belvedere (che non è indicato dai cartelli stradali) sopra il paese di Les Andelys da cui ammirae gli imponenti ruderi di Chateau Gaillard.
Chateau Gaillard

Costruito da Riccardo Cuor di Leone, la caduta di Chateau Gaillard, sancì la fine della dominazione inglese sulla Normandia ed è quindi un luogo iconico, un pezzo importante della costruzione della Francia moderna.

Nonostante ormai il sole scarseggi sfrutteremo l'ultima luce del tramonto per recarci ad un altro belvedere, quello sulla collina di Sainte-Catherine per ammirare il panorama di Rouen
E manco a dirlo troviamo tracce del "nostro" Monet ....



Trovato alloggio in città e lasciata la macchina al sicuro, avanza il tempo per una passeggiata serale nel centro di Rouen ... nella piazza del mercato, dove fu arsa Giovanna d'Arco
place du Vieux-Marché

La piazza, una bomboniera, è ora centro della movida serale, tra localini, case a graticcio e i ruderi che rammentano il supplizio della pulzella di Orleans (annotare : andare ad Orleans in un prossimo giro francese). 
La passeggiata serale sarà poi allietata da una sorpresa ... sulla facciata della cattedrale è in corso uno spettacolo di proiezione di suoni e luci, che corona degnamente il fine della giornata.
Cattedrale con ninfee .... 

Visto e considerato che il centro di Rouen è piccolo, sveglia presto e subito due passi per ammirarlo alla luce del giorno.
La città che si sta svegliando è piacevolissima, stradine deserte e monumenti di prim'ordine.  
Chiesa abbaziale di Saint-Ouen


Chiesa di Saint-Maclou e case a graticcio nella piazza

Stradine con casette a graticcio che sembrano quadri ci portano prima al Gros Horologe

Gros-Horologe
E infine la cattedrale di Rouen alla luce del giorno, anche questa dipinta molteplici volte da Monet
Notre-Dame de Rouen

La facciata è un vero ricamo di pietra, già nel poco tempo che riusciamo a dedicarle si intuiscono i continui cambi di luce che si succederanno durante la giornata. Capisco ancora una volta Monet, la sua serie di dipinti della facciata della cattedrale di Rouen ora acquisisce un nuovo significato .... ci sentiamo fortunati.

Lungo la côte d'Albâtre

Lasciata Rouen alle spalle prendiamo la direzione verso nord e verso il mare per arrivare a Fecamp, ex porticciolo e paese di pescatori ora località balneare e turistica, e da bravi cacciatori di souvenirs non possiamo esimerci da un passaggio al Palais Bénédictine per ammirarlo e sopratutto per procurarci la specialità prodotta all'interno , ossia il famoso liquore Benedectine
Palais Bénédictine

Dopodiché, viveri alla mano è tempo di una rigenerante sosta sul lungomare di Fecamp, per un sontuoso picnic, vista porto e falesie
Porto e faro di Fecamp

Fecamp e Monet

Gambe a ciondoloni sul molo, camembert e baguette fresca in mano, brezza oceanica, nuvole da corsa e panorama infinito negli occhi ... cosa volere di più !!!

La strada costiera che corre costantemente sopra le falesie è un susseguirsi di indicazioni turistiche e panoramiche, insomma una tentazione continua e anche se non l'avevamo prevista all'ennesimo cartello cediamo alla curiosità e deviamo per Yport
Paesino marinaro balneare, ma con la caratteristica di avere le falesie a portata di mano
Falesia di Yport

Breve e gradevole deviazione ma il pezzo forte è li a pochi chilometri ... le fantastiche scogliere bianche a picco sul mare di Etretat, con le loro caratteristiche formazioni a ponte ..
Etretat e Monet

La porte d'Aval

Selfie con mascherina e scogliera

Difficile non rimanere abbagliati da tanta bellezza, impossibile non prendere il sentiero e farsi una bella camminata sotto il sole incredibilmente feroce di questo settembre.
Alla ricerca di mille angoli diversi e mille inquadrature da immortalare, la fatica magicamente scompare e non scenderesti mai da quel sentiero incredibilmente panoramico.

Di nuovo in movimento, salteremo a piè pari Le-Havre per poi goderci un'opera d'arte (e d'ingegneria) moderna : il ponte di Normandia 


Si erge altissimo e arrogante sull'estuario della Senna e davvero non si può non rimanere affascinati dalle dimensioni e dalla potenza della mente umana che l'ha concepito. Paghiamo volentieri i 5,40€ di pedaggio come fosse il biglietto di un museo !!!

Passato il ponte meritata sosta al paese di Honfleur, che tra localini e porticciolo ha come curiosità un antica chiesa in legno.
Porticciolo di Honfleur

Campanile della chiesa di Santa Caterina

Un breve passeggiata, qualche acquisto e siamo pronti a proseguire nelle nostre scoperte.

Penisola del Cotentin, evitando i luoghi dello sbarco

Si lo so ... avevo promesso, i luoghi dello sbarco li avevamo già esplorati a fondo nel 2014, ma siamo a Caen e vuoi non passare almeno a dare un'occhiata al memoriale del '44 ? Una sosta breve solo per un paio di foto e recuperare il gadget diventato ossessione, la banconota turistica 0 euro .
Memoriale di Caen 


Ma Caen non è solo sbarco in Normandia, ha una grande storia alle spalle, che culmina è nell'"Abbazia degli Uomini" con l'annessa chiesa di Santo Stefano. L'abbazia è ora municipio/Hotel de Ville, ma nella chiesa riposano le spoglie di Guglielmo il Conquistatore, il protagonista dell'arazzo di Bayeux ....


Abbaye-aux-Hommes

Proprio davanti, basta attraversare la strada, c'è il rudere della vecchia chiesa di Saint-Etienne le Vieux che confido venga prima o poi recuperata (intanto si può rubare una foto arrampicandosi sul muro di cinta )
Saint-Etienne le Vieux

Una rapida spesa e siamo pronti a ripartire per un nuovo fantastico pic nic nella penisola del Cotentin e precisamente a Fort de La Hougue, un prato dei tavolini, la vista dell'oceano e dell'antica fortificazione. Con un meteo così favorevole è impossibile non fermarsi a perdere tempo.
Tant'è che invogliati dalla vista di alcuni coraggiosi non resisteremo ad un tentativo di bagno, ma l'acqua se pur invitante è davvero troppo fredda ... ci limiteremo ad una gradevole passeggiata sul bagnasciuga.
Piedi a mollo nell'oceano

Tour Vauban la Hougue e cielo del nord

Dopo lo pseudo-bagno l'esplorazione continua, la direzione è il faro più alto d'Europa, il faro di Gatteville.
Abbiamo la fortuna di averlo trovato in una giornata serena e di calma, e già così è uno spettacolo, ma me lo voglio immaginare altissimo e sprezzante fronteggiare l'oceano in tempesta !
Phare de Gatteville

La ricerca di panorami, fari e di punte non può conoscere pause, disposti a tutto affronteremo la baraonda infernale dell'attraversamento di Cherbourg, per arrivare al capo in cima alla penisola, una delle punte estreme della Francia, Cap de la Hague, dove dal tetto di un bunker tedesco si può ammirare la costa, l'oceano e il faro piazzato in mezzo al golfo ... spettacolare anche se un po lontanuccio,
Phare du Cap la Hague

Con la luce sempre più scarsa infine, saluteremo la Normandia con un passaggio al volo da Mont-Saint-Michel, e pronti per iniziare la scoperta della Bretagna e dei suoi famosi fari!

Saint Malo,  Côte d'Emeraud e Côte de granit rose

A parte Mont-Saint-Michel, perennemente conteso tra Normandia e Bretagna, il nostro esordio bretone è da 10 e lode, con la visita della spettacolare (anche se ricostruita) città corsara di Saint-Malo.

Saint Malo è bellissima, lo sappiamo che è "falsa", ma non importa. Nel 1944 fu praticamente rasa al suolo dai bombardamenti degli alleati, ma oggi il suo centro storico sull'isola e circondato da bastioni, caparbiamente ricostruito con gli stessi materiali e uguale all'originale è una perla da scoprire poco a poco.

Bello girare sulle mura, tra le stradine del centro e ogni tanto cercare l'affaccio sugli isolotti che affollano il mare davanti alla città ... tutti rigorosamente fortificati

Saint Malo sullo sfondo

Approfittiamo dell'orario mattiniero per girare tra i vicoli e cercare il nostro gadget .... lo 0 Euro, poi acquistato qualche ricordino e una crepe breton come spuntino, simo pronti a ripartire verso la Côte d'Émeraude.

Prima tappa su questo tratto di costa bretone è Fort la Latte, una coreografica fortezza che ha fatto da location per il film "I Vichinghi" con Kirk Douglas e Tony Curtis .... uno dei film che da ragazzo era un must, e ricordo mi piacque anche anche parecchio !!!
Fort la Latte

Passo successivo un'altra celebratissima punta, Cap Frehel col suo coreografico faro 

Phare Du Cap Frehel

I luoghi son davvero belli ed abbiamo la fortuna di avere a disposizione una situazione meteorologica invidiabile .... sole e cielo azzurrissimo, fantastico !

La caccia al panorama però lasciati fari e oceano cambia radicalmente con la tappa successiva che ci porta alla bella abbazia di Beauport, con tanto di annesso rudere gotico, davvero suggestivo. 


E quasi per caso scopriremo che questa abbazia è il punto 0 di uno dei cammini di Santiago !

Ma è il tempo di lasciare la costa di smeraldo per iniziare ad esplorare la "Côte de granit rose" dirigendoci verso Plougrescant, che ci accoglie con la bizzarra architettura "storta" della Chapelle de Saint Gonery
Saint Gonery

Dal paese un breve percorso stradale, sempre sotto la guida di Furio, ci conduce a uno degli obiettivi più attesi di questo viaggio, sulla costa, lungo il "sentiero dei doganieri", in località Le Gouffre di Plougrescant, c'è un posto che sembra la casa delle fiabe ....
Una casetta tra due massi enormi di granito con tanto di stagno davanti che sembra fatto apposta per creare una scenografia da foto ....
Le Gouffre, la casa tra le rocce

Luce del tramonto, nuvole che sembrano pennellate di un quadro, scatta per forza il momento fotografico compulsivo e alla ricerca dell'inquadratura attenderemo fino all'ultimo barlume di luce scattando decine di foto per immortalare questa semplice meraviglia.

>>> Segue - Dalla Bretagna di Finistère a Vichy