domenica 1 giugno 2014

2014 - Nel Centenario della grande guerra - prima puntata


E' un po una  mia fissazione dal momento che la storia militare del '900 è un argomento che mi appassiona e poi si tratta di qualcosa di molto personale.
Non so se la retorica scolastica ha fatto breccia nel mio inconscio, non so se sono stati quei pochi racconti del nonno, che oramai hanno preso il sapore della leggenda, ma quando si parla dei fanti della grande guerra non posso fare a meno di provare delle forti emozioni, un misto di commozione e ammirazione per quello hanno dovuto affrontare.
L'intenzione quindi è quella di fare un viaggio nella storia, perchè di storia con la "S" maiuscola si parte, lasciando da parte tutte le inutili strumentalizzazioni e polemiche.

Il  territorio è vario, la moto in questo caso assume un aspetto secondario è solo il mezzo ideale per vagabondare tra strade di montagna, panorami e monumenti piazzati in luoghi impervi, digerire migliaia di curve senza farsi venire il mal d'auto. Solo un briciolo di logica mi spinge a cercare compagni di viaggio,  anche se questi sono viaggi (quasi dei pellegrinaggi in verità) che affronterei comunque anche da solo. Non vogliatemene se a suo tempo non ho reclamizzato questo viaggio.

La zona è quella a cavallo di Veneto e Trentino, quella che una volta (esattamente 100 anni fa) era il confine tra regno d'Italia e impero Austro Ungarico.

Dunque, un idea di massima, tanta buona volontà e l'immancabile meteo inclemente e bizzoso che caratterizza l'aprile di quest'anno, tiene tutto in stand by fino a quando si apre uno spiraglio di qualche giorno buono, e allora pronti via ... si parte.

Mercoledì 23 aprile 2014 - Da Firenze a Lavarone <<< 


Una buona dose di autostrazio di prima mattina è quello che ci vuole per iniziare una minivacanza, ma il tratto tutto sommato è abbastanza breve e passa in fretta fino al primo punto di ritrovo. Al cospetto di quel gioiello che è il ponte palladiano di Bassano del Grappa



Ponte che, manco a dirlo, ha avuto un ruolo fondamentale nel corso della grande guerra, distrutto e ricostruito più volte nel corso della storia, fino all'ultima.

E' qui anche per testimoniare l'affetto che lega questo territorio al corpo degli Alpini ... gli ultimi ricostruttori del ponte.

Dopo uno spuntino a base di focaccia locale riprendiamo la strada dirgendoci verso uno dei luoghi simbolo, il monte Grappa.
Cosa non facile a causa di una segnaletica cittadina non proprio chiarissima, ma alla fine grazie all'aiuto di qualche indigeno di buon cuore imbocchiamo la salita giusta.
Una strada bella, veloce, con un ottimo asfalto ... (non dev'essere un caso visto che a breve transiterà da qui il Giro d'Italia), che in breve tempo porta ai 1800 metri di Cima Grappa ... e alla neve !

Si perchè pur essendo aprile è nevicato in maniera esagerata quest'anno e ancora il manto bianco non cede il passo.


La neve abbondante rende decisamente complicato accedere al scarario, specie con delle calzature non proprio adatte quali gli stivali da moto, ma non importa. Una meta così significativa, così attesa (almeno per me) vale qualche piccolo disagio.
E poi la neve ... in fin dei conti tiene lontano il chiasso dei turisti caciaroni e dona a tutto un aspetto ancora più particolare, se vogliamo ... più intimo, solitario .... emozionante.

si perchè qui sono raccolti i resti di oltre 20.000 caduti, 20.000 vite spezzate dopo aver vissuto e combattuto in condizioni drammatiche .... 20.000 vite sostituite da qualche medaglia, qualche discorso roboante e per molti da nient'altro che la scritta "milite ignoto"  .... decisamente poco, per chi aspettava il loro ritorno a casa.



La visita è inevitabilmnete breve, la neve impedisce ancora l'accesso al cimitero Austro Ungarico e alle fortificazioni rimaste, per cui sotto un cielo sempre più grigio iniziamo a scendere a valle.

Il versante che scende verso Feltre è più "selvatico". La strada è più stretta, sporca e passa in mezzo a un bel bosco. La pioggia che nel frattempo ci ha raggiunto obbliga a un andatura decisamente accorta e a qualche sosta in cerca di riparo dal temporale. Una volta a fondovalle tocca buttarsi per un tratto sulla statale della Valsugana fino a Levico Terme e da qui inerpicarsi verso l'altopiano "dei sette comuni" sulla "Kaiserjagerweg" .
Strada, che ora è una panoramica con una bella vista sulla Val Sugana e sui laghi di Levico e Caldonazzo,

Ma è stata costruita prima e durante la grande guerra dal corpo dei "KaiserJager"  austriaci per collegare in sicurezza le fortezze dell'altopiano con il fondovalle .... che non scordiamolo una volta era Austria.
Strada stretta che si inerpica sul fianco del Monte Rovere, panoramicissima e alcuni passaggi scavati nella roccia tremendamente suggestivi


Giovedì 24 aprile 2014 - Da Lavarone a Verona <<<


Prima tappa della giornata .... il Forte Verle a Passo Vezzena. Uno dei fortini austriaci che difendeva il confine tra impero Austro Ungarico e Regno d'Italia, un forte che si è preso la prima cannonata italiana sparata il 24 maggio 1915 da forte Verena, il "dominatore dell'altopiano" .... (come lo descriveva la propaganda dell'epoca)

Dal passo, una camminatella di mezzo'ora porta ai 1500 metri del poggio dove sorgono i ruderi della fortezza, che come le altre, oltre ai danneggiamenti dovuti ai fatti bellici ha subito anche la spoliazione per la caccia al ferro che si  scatenò negli anni dell'autarchia durante il ventennio ....




Il risultato è che ormai restano solo pochi ruderi di quella che era una notevole opera di ingegneria militare.

La giornata prosegue a Lavarone con la visita del Forte Belvedere unico forte sopravvissuto alla guerra praticamente intatto.
Fu dichiarato monumento dal re per conservare la memoria della "vittoria"


e grazie a questo si è salvato dalla spoliazione, ed oggi attrezzato a museo "vivo" è diventato "memoria" di una storia che è stata, ma che assolutamente non deve tornare.


Inoltrarsi nelle viscere della fortezza, tra corridoi umidi, scale, rumori, luce scarsa .... corre un brivido lungo la schiena a pensare ai soldati impegnati in queste fortezze, dei veri e propri "sommergibili" iin montagna. Poco conta se anche questa era "austriaca" ... gli austriaci che hanno combattuto qui, spesso e volentieri oggi li chiamiamo Trentini o altoatesini .....






Terminata la visita, riprendiamo la strada verso valle, passando Folgaria, Rovereto per poi iniziare a salire verso un altro luogo simbolo. Il Monte Baldo

un po perchè la strada che sale a Brentonico e poi fino al rifugio San Valentino è decisamente bella da fare in moto, e un po perchè è un luogo importante, una volta era confine di stato e ha fatto da teatro a battaglie che seppur meno famose e sanguinose di quelle degli altopiani, è uno dei luoghi dove ha combattuto il nonno Otello.
Dopo un tentativo di raggiungere il santuario di Santa Maria della Corona, abortito a causa della strada chiusa per neve,

attraversiamo la valle dell'Adige per salire sui monti Lessini e approfittare per una sosta al Ponte di Veja ... che come opera d'arte "naturale" è veramente uno spettacolo

Con tanto di tracce di altra guerra ....


Una sosta rinfrescante e un bel temporale estivo prima di arrivare in quel di Grezzana per il ricovero notturno.

Venerdì 25 aprile - 2014 - Da Verona a Firenze <<<  


La logica non ci accompagna quando si ha una moto sotto alle chiappe, per cui .... perchè non tornare sui luoghi solo sfiorati i giorni precedenti per un doveroso approfondimento ?
Allora via al mattino ruote puntate verso nord per attraversare i parco dei monti Lessini e puntare al passo Fittanze


Verde, strada gradevole, curve, neve in lontananza (quella del monte Baldo per intenderci) fin su al passo segnato dal monumento ai caduti delle 2 guerre mondiali

e poi scendere verso la valle dell'Adige di nuovo tramite la fabbrica di tornanti stretti che è la "Sega di Ala"

con tanto di vista sul castello di Avio ....

E sulla val d'Adige

Poi strada diritta ( che poi altro non è che la SS12 dell'Abetone e del Brennero ) fino a Rovereto e direzione Schio sulla SS46 (altro grande classico dei motociclisti veneti). La salita prevede almeno una sosta per apprezzare l'ardita collocazione del Eremo di San Colombano

Per poi condurre al Pian delle Fugazze e da lì ad un'altro luogo simbolo della grande guerra e di questo territorio, l'Ossario del Pasubio

Accoglie i resti di quasi 5000 caduti ....


Non si tratta di macabro turismo, ma di un atto di rispetto nei confonti di chi nel bene o nel male ha sacrificato la propria esistenza per un ideale. Giusto o sbagliato che sia ... non sta a me giudicarlo, quel che resta sono i fatti.

dopo il Pasubio, passo Xomo e discesa verso la val d'Astico fino ad Arsiero per poi risalire sull'altopiano con direzione Tonezza, altro luogo tragicamente simbolico. Dal paese di Tonezza una bella strada nel bosco porta fino al piazzale dove vanno lasciati i mezzi prima di procedere nel bosco dove ancora sono visibili le opere di fortificazione e trinceramenti


Siamo sul monte Cimone, tatro di aspri combattimenti, ma tristemente noto per un azione di guerra particolarmente cruenta :


Sepolti da mina nemica qui dormono mille figli d'Italia
Il 23 settembre 1916 alle ore 5.45 gli austriaci con una mina di 14.200 kg. d'esplosivo fecero saltare la vetta. La cima del Cimone scomparve e con essa le truppe della Brigata Sele, della 136 Compagnia Zappatori del 63 Battaglione del Genio, composta da 10 ufficiali e 1118 soldati.

Silenzio


Ma che la guerra in fondo è uguale per tutti i "soldati" ce lo ricorda anche il piccolo cimitero austriaco poco distante ....



Intanto nere nubi si addensano all'orizzonte, bene cominciare a pensare di tornare a valle, ma certamente non per la stessa strada. Ci dirigiamo verso "L'altopiano dei Fiorentini" (manco a dirlo) che però è ancora in versione invernale, neve abbondante e strada sporchissima




Ma troppe cose da vedere, impensabile saltarle tutte ... e allora si ... si va avanti ma alla curva dove sorge l'albergo Forte Cherle ... Le moto si fermano di nuovo. Ancora qualche passo a piedi tra i crochi appena fioriti

E si arriva ad un'altra fortezza austriaca ... il "[b]Forte Cherle[/b]"


Anche questo durante la guerra ha subito il bombardamento da parte dei forti italiani soprattutto del Campomolon, ma vuoi per la storia, vuoi per fortuna, nonostante sia un rudere è in condizioni nettamente migliori del Verle. Tant'è che è possibile (a proprio rischio e pericolo) addentrarsi nelle gallerie (non illuminate) e leggere informazioni preziose sui numerosi pannelli disseminati un po per tutta la struttura.








Da qui Folgaria, di nuovo rovereto e autostrada fino a casa

Luoghi, monumenti, ruderi, battaglie, montagne, valli , una zona che è da considerare a tutti gli effetti un museo a cielo aperto. E poco importa se non ci sono vestigia romane o medievali, è recente, ma la storia passata da qui ... non è passata del tutto .... ha ancora cicatrici visbili

Note di Viaggio


Pernotti 
Hotel du Lac Via Trieste 32, Lavarone Tel 0464.78311

Foresteria Corte Canai, via A. Segni 4 Grezzana - Verona Tel. +39 045.8650292

Musei 
Ingresso a Forte Belvedere € 6 (ben spesi)

Altre Foto QUI


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