Un'idea che balla in testa da tempo, una festa patronale comune con ponte annesso, un traghetto casualmente con un orario praticamente perfetto e come un lampo si concretizza l'idea di un recupero di una visita che abbandonammo per maltempo nel 2019, durante il tour mitteleuropeo.
Con il traghetto in partenza alle 22 da Ancona, il giorno prima della festa ecco che si può partire per gli agognati "Laghi di Plivitce".
Dopo una notte tranquilla, c'è subito motivo di festeggiare .... siamo in Croazia !
Il tempo scarseggia e fa un caldo infernale, lasciamo la visita di Zara alla prossima volta concedendoci solo la curiosità di andare a sentire a suonare l' "Organo Marino", la particolare installazione che suona col moto delle onde. Particolare, ma divertente.
In sella ! che un po di strada da fare ce n'è .... ma è strada divertente ! Prima sulla spettacolare litoranea fino a Karlobag, tra saliscendi e asfalti perfetti vista mare, poi attraverso il massiccio del Velebit.
Infine su strada collinare tra boschi e campi fino alla nostra destinazione e , una volta trovata una sistemazione per la notte, all'ora di pranzo siamo pronti per la visita di quello che viene decantato come uno dei più bei parchi del mondo.
Plitvice finalmente, le aspettative sono alte, e di conseguenza anche il prezzo, accesso comprendente l'uso dei trasporti interni (trenino e traghetto) costa quasi 40€, almeno il parcheggio per le moto è ancora gratis !
Con mezza giornata di tempo, dall'ingresso 2 sceglieremo di seguire il percorso H (
Percorsi parco) , dopo un breve tratto in trenino ci lanciamo nella visita partendo dai laghi superiori.
Il parco è tenuto benissimo, non c'è una cartaccia in terra e i caratteristici camminamenti in legno per superare laghi e zone "ostiche" sono praticamente perfetti. Ci si profila una bellissima passeggiata al fresco.
Ad ogni lago gli occhi cercano le famose cascate, che pur in una stagione siccitosa fanno il loro sporco mestiere. E' davvero una meraviglia.
Un passaggio dopo l'altro tra laghi smeraldini e cascate di ogni forma e dimensione col plus dell'attraversamento in traghetto del lago Kozjak, il più grande del parco.
Persi nei paesaggi tra mille fotografie termineremo la nostra visita come da tradizione riuscendo a prendere l'ultimo trenino della giornata per tornare all'ingresso 2.
Stanchi ma soddisfatti (anche se reputiamo il biglietto eccessivamente caro) non resta che tornare in albergo per la notte.
E anche questa bandierina è stata finalmente tolta !
Giorno 3 - Dalla Croazia alla Slovenia
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L'intenzione per oggi è quella di proseguire sulla tanto decantata "strada madre" della Croazia, ossia la litoranea, per andare a Fiume dove abbiamo un appuntamento per una visita irrinunciabile. La strada verso la costa è una classica collinare e anche divertente (a parte un brutto tratto sterrato a causa di lavori) e ci regala pure un passo prima di vedere il mare, il Vratnik a 700 m s.l.m.
Una volta sulla litoranea all'altezza di Segna, direzione nord verso Fiume, ma con le vacanze già iniziate il percorso si fa abbastanza noioso. Molto traffico, tanti paesini da attraversare, grandi drittoni ... insomma una strada poco interessante a differenza del tratto più a sud percorso il giorno prima.
Fatto sta che per l'ultimo pezzo di strada preferiremo prendere la strada veloce in modo da raggiungere Fiume in tempi "decenti". Una sosta gelato sul lungomare, con tanto di chiacchere a profusione con l'amica croata che colpevolmente ci scordammo di chiamare nel nostro passaggio precedente e la giornata può continuare.
Passato il confine avremo un assaggio delle belle strade slovene, fino ad arrivare al castello di Predjama al tramonto, quando tutto ormai e chiuso e i turisti scarsi .... come piace a noi.
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Castello di Predjama |
Un rapido giro per cercare la migliore inquadratura del castello, la promessa di tornare per visitare le famose grotte di Postumia e si può finalmente pensare di cenare e concludere la giornata.
Giorno 4 - Dalla Slovenia alle Dolomiti
Al mattino un bel sole ci da la carica, carica che ci farà affrontare in allegria le belle e fresche statali slovene, tra villaggi da cartolina, montagne e asfalto perfetto
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Slovenia |
Un piacevole su e giu, destra sinistra etc, tra valli e e colline, fino alla prima salita della giornata : il monte
Kolovrat, scelto un po per motivi storici (ci si è combattuto la grande guerra), ma soprattutto perché un mese fa ci è passato il Giro d'Italia e come da tradizione troveremo un asfalto perfetto, anche se si tratta di una strada secondaria e normalmente trascurata.
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Alla conquista del Kolovrat |
Fatta la meritata pausa al fresco, in poco tempo si scende a valle per un doveroso omaggio al vicino ossario italiano di Caporetto (Kobarid)
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Ossario italiano di Caporetto |
Non è un posto molto frequentato, se non ci sono celebrazioni è possibile salire con le moto fino al sacrario, osservare la valle chiusa dominata dalla collina e ... riflettere.
Al solito, tanto rispetto e tanta compassione per le migliaia di ragazzi di vent'anni mandati al macello.
A seguire, si rientra in Italia e dopo un po di pianura friulana, si punta in maniera decisa (su strade veloci) verso un'altra montagna asfaltata di fresco grazie al Giro .... Lo Zoncolan !
E' sempre una bella salita, il versante di Sutrio veloce e ben asfaltato, il versante verso Ovaro, stretto e con le caratteristiche gallerie che danno un po' il senso dell'avventura.
Le fasi finali di una corsa ciclistica ci daranno modo di prenderci una pausa in vetta e scambiare 4 chiacchere coi comunque coraggiosi ciclisti che hanno affrontato il "mostro" ovviamente dal versante più duro, quello da Ovaro.
Ancora qualche chilometro in mezzo alle montagne che ci sovrastano, poi a Cima Sappada, l'impresa !
Scoperta spippolando su internet, da Cima Sappada parte una strada che va in quota fino all'altopiano dove ci sono le "Sorgenti del Piave", quella che sulla carta sembrava una normale strada di montagna si rivelerà poco più che una mulattiera (fortunatamente asfaltata), stretta, malmessa e arcigna in più punti. Una fatica, che però verrà ricompensata dallo spettacolo delle montagne una volta arrivati in cima.
Il Monte Peralba sovrasta l'altopiano ed è uno spettacolo.
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Sorgente del Piave |
La strada termina qui, al rifugio "Sorgenti del Piave", per cui un bel respiro e giù di nuovo per la stessa strada infame fino a Santo Stefano di Cadore dove per l'ultima sera dormiremo al "fresco" circondati dalle montagne !
Giorno 5 - Dalle Dolomiti a casa
Sei in mezzo alle Dolomiti e che fai cerchi l'autostrada ? Ovviamente no ... metti in moto e ti lasci cullare dalle curve e dai panorami, conosciuti, straconosciuti, ma che non stancano mai.
E allora comincia la sequenza con il lago di Misurina,
Passo tre croci, Cortina d'Ampezzo, e l'immancabile sosta strudel al cospetto di Re Giau
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Passo Giau, obbligatorio |
Si risale al
passo Fedaia per rimanere impressionati dal basso livello del lago
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Lago Fedaia .... in secca |
Poi un po di fondovalle fino a
Cavalese e si ricomincia a salire verso il
Passo Manghen per uan pausa pranzo in quota !
Discesa in Valsugana e a Levico Terme di nuovo in salita sulla "Strada del Menador / Kaiserjager strasse" (anch'essa riasfaltata di fresco grazie al Giro), divertente e panoramica anche se strettina.
Qualche giro intorno a
Lavarone per carpire le informazioni necessarie e lasciate le moto sulla statale all'inizio della strada sterrata (chiusa al traffico) per la
frazione di Magrè ed indossato un abbigliamento più leggero, una breve camminata di circa 20 minuti ci porta fino all'altura che sovrasta il paese dove è stato installato l'ormai famoso "
drago Vaia", costruito coi pezzi di legno recuperati dopo la tragedia della tempesta "Vaia" del 2018.
Molto ben fatto, estremamente coreografico e purtroppo destinato a sparire (come le conseguenze della tempesta) perché fatto con il legno grezzo, non trattato.
![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhItVtdzhUU1HqG1pZ4iLsWEkwEGxty4FBjZwJjwbTTkgkCDtFVq8bl3sRtC_UYJKTFzmNg6lQ4pp_lRSNovrVcF0TUNygzAbCEHGFZR-AnNkZvxiJ6a0PqevPp-bAXdBjKnR8B_NvL86HTkr2YSmb365kAR2D2RARpX7zu1fxjcqVJE5MNGFs96qua9Q/w640-h360/202206-Plivitce%20250.jpg) |
Drago Vaia |
Poi ancora qualche curva e autostrada fino a casa, ricaricati al massimo dopo aver strappato qualche giorno di moto agli impegni quotidiani.