lunedì 16 aprile 2018

2018 - Sacri Monti del Piemonte


Complice un breve documentario passato su RAI5 (un gran bel palinsesto) qualche tempo fa, veniamo a scoprire che sono entrati nel patrimonio UNESCO i "Sacri Monti del Piemonte e della Lombardia" Link portale

Anche se solo con un'occhiata distratta e con un occhio chiuso dalla sonnolenza invernale, il seme  della curiosità germoglia e rimane latente in attesa della buona stagione.


L'inverno 2018 è stato lungo, e sopratutto piovoso, cosa che non invita i poveri motociclisti dotati di "esperienza" ad allontanarsi troppo da casa, ma
ormai è aprile, la primavera è ufficialmente iniziata da tempo, la voglia di moto è tanta per cui ci basta avere anche solo delle giornate di "non" pioggia, per il sole .... ripassare più tardi.


Prima tappa : Sacro monte di Crea

Qualche Km per le sempre gradevoli strade secondarie nel Monferrato, che tra curve e dolci saliscendi ci porteranno a scoprire qualche traccia di storia recente, Grazzano Badoglio il paese natale del maresciallo Badoglio che tanta parte ha avuto nella seconda guerra mondiale.
Ancora qualche curva e infine una bella strada che si inerpica su uno dei maggiori rilievi della zona, il monte di Crea dove ha sede il primo dei santuari oggetto (o scusa) di questo viaggio

Una bella piazza su cui si affacciano monastero e basilica
Santuario Santa Maria
Indubbiamente pregevole, ma quello che ci sorprende maggiormente e ci comincia a far intuire che i sacri monti siano qualcosa di molto di più è il percorso per arrivare in cima al monte.
Dalla piazza del santuario inizia il sentiero che passando per 23 cappelle riccamente decorate ripercorrono per episodi la vita di Maria. Ogni cappella è una scena ricostruita con numerose statue policrome di gesso o terracotta.
Natività
Una cappella, via l'altra fino ad arrivare alla cima del sacro monte alla "Cappella del Paradiso"
Cappella del paradiso
Da cui è possibile allungare lo sguardo sulla pianura sottostante, fino alle alpi ancora innevate
In pratica un santuario organizzato come un parco naturale, quello che dispiace è vedere come gran parte delle cappelle (tutte in mezzo al bosco), degli affreschi e delle statue versino in condizioni tutt'altro che buone e siano bisognose di una grossa opera di restauro.

Intermezzo pianeggiante

Raggiunti da Luca, in qualità di "indigeno" ci facciamo condurre attraverso le strade dritte delle province di Vercelli e Novara, strade forse poco interessanti dal punto di vista del "ginocchio a terra", ma indubbiamente ricche di curiosità e luoghi su cui posare lo sguardo. Dalla ex centrale nucleare di Trino, alle risaie ancora non allagate, si attraversa Arborio il paese che da il nome all'omonimo riso, si passa sotto il castello che fu l'ultimo rifugio di Fra Dolcino, e poi da Gattinara con le sue vigne e e le sue cantine. Insomma curve poche, ma spunti viaggio a non finire ... la pianura non è così brutta come la si dipinge !

Seconda tappa : Sacro monte di Varallo Sesia

Con l'avvicinarsi  delle montagne arrivano le curve e costeggiando il corso del Sesia, si arriva a Varallo per salire a quello che forse è il più spettacolare dei sacri monti.
Se quello di Crea aveva come tema la vita di Maria, quello di Varallo, che consta di ben 45 cappelle, ha una storia più complessa. Nato per replicare i luoghi della terra santa fu poi in parte modificato adottando come tema vita e passione di Cristo.
La vastità e la ricchezza del complesso non lascia indifferenti,
Cappella del complesso "piccola Gerusalemme"



Ogni cappella contiene scene della vita di Cristo con statue quasi a grandezza naturale e ambientazioni complete, una ricchezza di particolari che quasi danno vita alle ricostruzioni.

Piazza del santuario

Visitatori entusiasti
La cappella che ospita la scena della natività in questo caso è direttamente mutuata da quella di Betlemme riproponendone quasi al 100% gli elementi architettonici come il risicato ingresso
Ingresso della cappella "Natività"
E a fine visita di nuovo in sella per godere delle curve del passo della Colma !!



Terza tappa : Santuario Madonna del Sasso


La madonna del Sasso a Pella, non fa parte dei sacri monti, ma è in una posizione eccezionale, in cima a uno sperone di roccia a strapiombo sul lago d'Orta, per cui non può esimersi dalla nostra visita !
La Madonna del Sasso
Dalla provinciale del lago d'Orta una strada ripida e ricca di tornanti attraversa il paese di Boleto, per poi arrivare al santuario.
L'attenzione viene immediatamente catturata dalla terrazza davanti al santuario da cui si può godere una vista incredibile che abbraccia tutto il lago
Panorama dalla Madonna del Sasso

La cui caratteristica principale è ovviamente l'isola di San Giulio
Isola di San Giulio
Il santuario è comunque interessante e come di consueto conserva opere di pregio e le reliquie del santo locale


Quarta tappa : Sacro Monte di Orta


Una volta scesi dalla Madonna del Sasso, inizia il periplo del lago d'Orta che ci farà passare prima dalla graziosa Omegna per poi arrivare a Orta.

Il santuario del sacro monte di Orta è organizzato come gli altri, ma ha come tema San Francesco e si sviluppa attraverso 21 cappelle con scene della vita del santo, una basilica e, considerata la sua posizione, una spettacolare vista panoramica sul lago.
Fontana
 
Porta anche i segni degli editti Napoleonici e della rivoluzione Francese, la cosiddetta cappella nuova, ancora in costruzione quando arrivarono i soldati francesi, non è mai stata ultimata
la "Cappella nuova"
 Ed è l'unica che non custodisce ne statue ne ricostruzioni, anche se è forse la più grande.
Le altre come di consueto sono ricolme di statue e affreschi che ne fanno tanti piccoli capolavori sparpagliati in mezzo al bosco.



Cappella n. 20

Soffitto della cappella 20
Dopo il giro delle cappelle però resta d'obbligo l'affaccio sull'isola di San Giulio, dalla terrazza di fronte al santuario.
Isola di San Giulio dal Sacro Monte
Terminata la visita però il tempo tiranno obbliga a riprendere la via di casa rinunciando alla visita di Orta San Giulio e dell'isola, il che lascia un conto aperto con questi paraggi che andrà soddisfatto con una nuova visita.
Pronti alla partenza
I sacri monti da ignorante quale sono, sono stati una bellissima scoperta, mai avrei immaginato di trovare in mezzo alle montagne opere di tali dimensioni e devozione. Spero solo che da ora in poi ricevano sufficienti attenzioni (e sopratutto fondi) per mantenere e conservare per il futuro questo patrimonio immenso.