lunedì 18 dicembre 2017

2017 - NImes e Ardeche fuori stagione

L'inverno è alle porte, capita di passare le serate al calduccio tra plaid e divano con la compagnia di una TV e di un telecomando stressato da un frenetico zapping ....
Quando l'occhio coglie e il cervello elabora, e viene irrevocabilmente attratto da un luogo assai particolare e relativamente vicino, a portata di week end. 
Un documentario che cita una scoperta relativamente recente, di un importanza colossale e della brillante soluzione alla "francese" per mettere a disposizione di tutti un tesoro per forza di cose "intoccabile". 

Ancora una volta la meta è nel sud della Francia,  in un luogo caro ai motociclisti, nei pressi delle gole dell'Ardeche, qui alla fine del secolo scorso (e quindi mica tanti anni fa .... ) nei pressi del Pont d'Arc fu scoperta la Grotta Chauvet, testimonianza incredibile con pitture rupestri vecchie di 30.000 anni .... 

Un week end a disposizione, la certezza che la Francia ha un'ampia offerta di attrazioni e punti di sosta, una macchina (perchè d'inverno è meglio della moto ... ) e la voglia di partire formano il mix che fa passare la stanchezza della settimana e la voglia di divano.

Partenza in serata, solo autostrada fino a ad Avignone, ma solo per la sosta notturna, la città dei papi l'avevamo già visitata l'anno scorso insieme al Pont du Gard.
Al mattino del giorno seguente, un breve trasferimento per statali fino all'Ardeche, vicino a Vallon-Pont-d'Arc, ma non alla grotta, bensì alla "Caverne du Pont d'Arc".

Perchè questi diavoli di francesi le pensano tutte .... ovviamente far visitare un sito preistorico con testimonianze vecchie di 30.000 anni da miriadi di persone sarebbe estremamente pericoloso per i reperti e allora ? 
Allora ne han fatto una replica in scala 1:1 poco distante, con un incredibile opera architettonica/ingegneristica/artistica.
Ingresso della "Caverne"
Si è vero, tutto quello che c'è dentro è inequivocabilmente falso, ma è ricostruito con dovizia di particolari e materiali della zona (non con cartapesta) e sopratutto non fanno niente per farti credere che sia vero, anzi ti fanno apprezzare il come son stati bravi (ed è purtroppo vero .... ) , tant'è che oltre alle incredibilmente moderne pitture rupestri si rimane a bocca aperta anche per l'opera architettonica.

La visita alla grotta è sicuramente meritevole, le guide preparate e appassionate riescono a trasportarti nella vita della zona di 30.000 anni fa, si rimane affascinati da alcune pitture che per come sono fatte ricordano tantissimo le opere futuriste con animali in diverse pose a simulare il movimento, oppure i graffi sulle pareti fatti degli orsi delle caverne, i veri abitanti della grotta in questione.

Soddisfatti della visita non resta che ripartire verso la meta successiva, ma da buoni girelloni curiosi, anche se in macchina niente autostrada, anzi si passa dalla strada più tortuosa di tutte, quella che attraversa le gole dell'Ardeche.
Il pont d'Arc 
Merita una sosta il Pont d'Arc, non è la prima volta che lo vediamo, ma stavolta è finalmente "deserto" e possiamo ammirarlo in tutta la sua potenza, senza l'infestazione di canoe che durante l'estate lo tormentano. Finalmente riusciamo ad apprezzare anche la strada ... stavolta praticamente deserta.
E piano piano, attraversando una serie di paesini arriviamo al punto sosta successivo, a Nimes.
Nimes
Sapevamo dell'anfiteatro di Nimes ed è giunta l'ora di togliersi la curiosità.
Complice una giornata eccezionalmente serena, un cielo da cartolina e il fuori stagione che ci permette di lasciare la macchina praticamente sotto il monumento, possiamo iniziare la scoperta.

Arena di Nimes
Il colpo d'occhio è notevole ed è carinissima anche la statua di uno dei frequentatori dell'arena, il torero Nimeño II.

Nimes è una città che ospita alcune importanti vestigia di epoca romana, acquistato il biglietto cumulativo possiamo iniziare la visita.
Scopriremo così che questa incredibile costruzione è del I secolo, è incredibilmente ben conservata e nella sua storia ha inizialmente ospitato combattimenti di gladiatori, poi divenuta plaza de toros (la Spagna non è lontana e la sua influenza si fa sentire) e attualmente come teatro all'aperto.

Visitato il principale monumento della città, una piacevole passeggiata per il centro ci conduce alla Maison Carreè, quello che resta di un tempio romano
Maison carreè
Bellissima all'esterno, ma completamente vuota all'interno (ospita solo una specie) di cinemino con il racconto, anzi con la fiction di una famiglia nobiliare romana dell'epoca .... (evitabile). 

La passeggiata prosegue in maniera meno agevole per l'altro reperto romano ... la Tour Magne, proprio in cima alla collina che sovrasta Nimes.
Tour magne

Panorama di Nimes dalla Tour Magne
Nonostante sia un rudere, è ancora possibile salirci in cima per ammirare il panorama della città.
Per riscendere poi attraverso i "Giardini della fontana" di nuovo verso il centro della città.
I giardini, il cui impianto attuale è del XVII secolo, ma ospitano ancora le rovine del "Tempio di Diana" e una sorgente che da il nome ai giardini. 
La "fontana" 

Il tempio di Diana


Dopo la gradevole passeggiata nei giardini, un ultimo allungo verso la porta Augusta
Porta Augusta
E la dirimpettaia chiesa di Saint Baudile, moderna neogotica, ma estremamente scenografica grazie alla sua posizione in mezzo alla piazza e al cielo da cartolina
Insomma ci lasciamo dietro Nimes con la consapevolezza di aver potuto godere di un'altra perla di questa splendida regione.

L'esplorazione della Francia .... continua

giovedì 12 ottobre 2017

2017 - Corsica - La MareMoto 2


A settembre il caldo estivo molla la presa, diminuiscono i turisti e si presta perfettamente per un ultimo scampolo di vacanze.
Visto che la MareMoto 2016 in Sardegna ci era piaciuta parecchio, come se servisse un motivo, spunta l'idea di replicare il concetto puntando su un'altra isola con tanto da offrire e decisamente a portata di mano almeno per chi, come noi, può permettersi partire da Livorno.
Ed ecco che si concretizza la ... MareMoto 2017, a zonzo per la Corsica

Una settimana a spasso per l'isola francese (solo politicamente) tra montagne  e coste, altalenando in maniera del tutto irregolare e sprogrammata da una parte all'altra, privilegiando comunque la regione occidentale.

Itinerario 1 - Cap Corse

Il meteo avverso fa si che diventi un ardua impresa raggiungere il porto di Livorno, incapaci a rinunciare dovremo accontentarci di partire col traghetto del pomeriggio e arrivare a Bastia quasi all'ora di cena, insomma giusto per far saltare la parvenza di programma che ci eravamo dati e optare per l'inversione ...
L'inversione comporta di fare la strada di Cap Corse subito e in senso antiorario ossia il contrario di quello che viene consigliato da qualsiasi motociclista scribacchino.

Ebbene ... da Macinaggio a Saint Florent percorrendo il lato "mare" è assolutamente da fare ! altro che.
Blu

Tour d'Albu

Avevo gia percorso questa strada dal lato "monte", ma percorrendola in senso antiorario è egualmente godibile, ma mooooooolto più panoramica; il blu del mare, molto più presente, riempie gli occhi.
Una curva dopo l'altra, uno scorcio dopo l'altro facile lasciarsi cullare dalla strada
Nonza
Percorrerla in entrambi i sensi con una giornata spettacolare ... ? Si può fare !

Itinerario 2 - Restonica e Foce di Vizzavona

Dici "Corsica" e non puoi esimerti da mettere il naso in quelle che forse sono le montagne più belle dell'isola, ossia le gole della Restonica .... oddio posto assolutamente bello, ma con una strada anche troppo stretta. Forse per nostra sfortuna abbiam trovato traffico e su una strada in cui lo scambio di corsia è estremamente difficoltoso percorrere i chilometri per arrivare alle gole sono stati una tortura per freni e frizione ... l'eccessiva attenzione agli imbranati alla guida ci ha tolto un po di poesia, ma il posto merita comunque la visita !
Gola della Restonica

Altro capitolo è la strada per Ajaccio, ossia la Foce di Vizzavona, una vera incitazione alla delinquenza motociclistica ... strada larga, curvoni veloci e asfalto perfetto (in buon stile francese) . Peccato per la nuvolona impigliata in cima al passo ... a poco più di 1000 metri, sembrava di essere a 3000 con freddo e umidaccia fastidiosa .... comunque da rifare !!!

Itinerario 3 - Ajaccio e calanchi di Piana

Tralasciando il fatto che ad Ajaccio c'è un traffico esagerato che pare il raccordo anulare nelle ore di punta, una volta conquistato un parcheggio troviamo un piacevole centro città da girellare con calma tra negozietti e qualche monumento, sopratutto la casa natale del cittadino più famoso.


Memoriale - Place d'Austerlitz

Da li poi obbligatorio riprendere la strada verso nord, un infinito su e giu, ovviamente senza rettilinei, alternato tra costa e interno, fino ad arrivare ad uno dei tratti di strada più spettacolari, quello dei Calanchi rossi di Piana ...
Il "cuore" dei calanchi al tramonto

All'ora del tramonto questa strada è un'esperienza fantastica, e infatti non mancano i turisti anche se siamo a settembre inoltrato, ma come dargli torto ?

Itinerario 4 - Col de Vergio e Col di Sevi (e calanchi)

Si ... siamo turisti affascinati dai paesaggi della Corsica, ma siamo anche motociclisti ! Una bella galoppata tra col de Vergio e Col de Sevi tra curve e controcurve, un piacere guidare per queste strade semideserte ...
Col de Vergio - 1457 m ... fa freddo !

facile farsi prendere la mano, ma diffidate ... dietro ogni curva è sempre possibile trovare qualche porcello intento a farsi una bella siesta !
Traffico "bestiale"

E il naturale raccordo tra i due colli ? Mica una strada qualunque ... è di nuovo quella dei calanchi di Piana ... che anche i giorno non è proprio un fastidio da percorrere ! Anzi sarebbe da passarci la giornata dall'alba al tramonto per godere dei colori che cambiano a seconda della posizione del sole.
Il "cuore" di giorno

Calanchi di Piana



Itinerario 5 - Senza moto, in barca e a piedi ! Girolata e Sentier du Châtaignier

Motociclisti si ! Ma questa è la MareMoto, mica solo la MotoMoto !
Una mezza giornata da dedicare al mare e all'escursione partendo da Porto verso il parco della Scandola e il paese raggiungibile solo via mare, Girolata. Una natura quasi incontaminata, un area a protetta di cui i còrsi vanno giustamente orgogliosi. Scogliere rosse, mare bluissimo ...
In più abbiamo anche trovato una giornata di mare agitato che ha trasformato la gita in barca in un divertente ottovolante ! Saremo mica normali ?
Girolata

Scandola

A pochi chilometri di distanza in quel di Evisa con una bella rete di sentieri è possibile scoprire una faccia nascosta della Corsica. Raccolte un po di informazioni scopriremo che il percorso più bello da fare a piedi è quello da Ota a Evisa attraverso le Gorges de Spelunca, ma purtroppo non siamo attrezzati (e men che mai dei trekker allenati) per cui opteremo per il più abbordabile "Sentier du Châtaignier" che da Evisa attraverso una serie di pannelli informativi disposti lungo un percorso in un immenso bosco di castagni, in poco meno di 2 ore fa ripercorrere la vita e le usanze dei montanari còrsi e del loro uso a 360 gradi delle castagne.
Lungo il Sentier du Châtaignier
Il sentiero porta fino a una serie di piscine naturali, balneabili, ma freddissime ! Ci limiteremo solo a bagnare i piedi.

Ultimo appunto; i sentieri scoperti a Evisa fanno parte della ben più vasta rete chiamata "Mare - Mare" ossia la possibilità di attraversare tutta l'isola a piedi da costa a costa passando per il Col de Vergio

Itinerario 6 - Calvi par la côte e Désert des Agriates

Seguire il corso serpeggiante della strada costiera da porto fino a Calvi è un'esperienza assolutamente da fare. Corro il rischio di essere ripetitivo e scontato, ma in fin dei conti è così ... (S)correre su strade a strapiombo sul mare è una di quelle cose di cui non ci si stanca mai, non c'è da aggiungere niente se non l'appunto della sosta obbligatoria al Col de Palmarella per una doverosa occhiata al panorama che si para davanti che tra l'altro è la riserva della "Scandola".

Ma non tutte le strade sono perfette, scegliendo di percorrere la "panoramica" segnata in verde sulla carta Michelin della Corsica, D81Bis per arrivare a Calvi passando dalla costa invece che dall'interno, troveremo per la prima volta una strada abbastanza malmessa che obbligherà a distogliere un po dell'attenzione rivolta al panorama per rivolgerla al breccino e alle sconnessioni di gran parte della strada.

Sforzo che sarà ripagato dall'ultimo pezzo di costa proprio nei pressi Calvi che è di una bellezza esagerata, 
appena prima di Calvi ..


Sassi presi a morsi dal vento

a differenza della cittadina che nonostante tutto offre ben poco come bellezze architettoniche. Anche la maggior attrazione, "la cittadella" medievale che a parte i bastioni conserva ben poco di storico, anzi ha subito l'aggressione della peggior edilizia dell'ultimo secolo.

Lasciata indietro Calvi per la veloce strada di collegamento costiera si passa da Ile-Rousse per poi affrontare un altra strada che è un piacere assoluto ossia il Désert des Agriates fino a Saint Florent.
Un gradevole percorso curvosissimo e asfaltato alla perfezione che corre in mezzo a colline punteggiate di profumata macchia mediterranea, anzi di "maquis còrso".

E quindi ?

Raggiungibilissima con poco più di 3 ore di traghetto generalmente a buon mercato, (quest'anno andata e ritorno Livorno - Bastia, passeggero + moto a 72 euro con la CorsicaFerries) facile da girare, "biker friendly", mare e montagne, curve e passi ... serve altro per tornare in Corsica ?
No ... anzi ... non serve neanche una scusa per partire e io .... son gia pronto a tornare ! 

Traghetto in arrivo e dietro .... l'Elba




giovedì 17 agosto 2017

2017 - Belgio, Alsazia e Lorena

Giorno 9 sera - Anversa By Night

Stanchi, ma contenti dopo la giornata in bici, dopo un po di autostrada, sconfiniamo in Belgio e ci dirigiamo verso Anversa. 
Considerando la lunga storia in comune di questi due paesi, non credevo, ma il confine si vede. Il Belgio anche solo dal finestrino della macchina appare fin da subito, più grigio, più spento, rispetto ai colori vivaci dell'Olanda.
Trovato l'albergo e preso possesso della camera, resta il tempo per una veloce visita alla città ...
La prima impressione è abbastanza brutta, per raggiungere il centro ci troviamo ad attraversare la periferia di Anversa che appare come un mix tra il postatomico e il portuale. Una circolazione estremamente difficoltosa, anche perchè, scopriremo poi che la città è completamente ribaltata per la costruzione della metropolitana .... tutto il mondo è paese !!!

Anversa non ha una grande indole turistica, increduli parcheggiamo "gratis" sotto uno dei monumenti sul lungofiume, il castello ... l'edificio più vecchio della città.
Castello di Anversa
 Da li inizia l'esplorazione del centro città e ... tutti i timori spariscono. La zona monumentale è veramente bella, in stile molto "francese". La piazza principale, la "Grote Markt", è un gioello, 
Grote markt e la cattedrale
Un imponente municipio e dietro le case "in stile" svetta la cattedrale, e davanti la carinissima statua "Nello & Patrache" ispirato alla favola "Il cane delle Fiandre"
Nello & Patrache

La passeggiata notturna poi, ci porterà a scoprire la casa museo di Rubens, la statua di Van Dijk e la spettacolare stazione ferroviaria in stile "Belle Epoque".
Insomma, pur se una città profondamente industriale e portuale, si porta dietro un sontuoso retaggio storico e artistico.


Giorno 10 - Westmalle - Waterloo - Bruxelles (Atomium) - Charleroi

Partenza dii buon ora in direzione della seconda abbazia trappista, quella dove si produce la Westmalle ... Niente di romantico, questa è una fabbrica di birra in tutto e per tutto, niente monaci ne monastero, e nemmeno sicurezza ... con l'ingenua faccia del turista, entriamo dal cancello principale della fabbrica e girelliamo a casaccio per un buon quarto d'ora, tra macchinari e muletti .... senza che nessuno si curi della nostra presenza ... vabbè ... alla faccia della sicurezza.
Unico punto vendita, una specie di bar ristornate sulla strada che non invoglia l'acquisto, quindi alquanto delusi riprendiamo il viaggio verso uno dei luoghi che hanno fatto la storia d'Europa.
Waterloo
Era tanto che desideravo visitare il famosissimo campo di battaglia, anche se non avevo grandi aspettative.
La "collina del Leone"

E invece .... uno spettacolo ! 
Alla base della "collina del Leone" è stato ricavato sottoterra uno spettacolare museo dove tra esposizioni, cimeli, film e altro è possibile rivivere minuto per minuto l'intera battaglia che cambiò per sempre la storia del continente.
Galleria delle "divise"
Pensavo che fosse una visita da poco .... e mi ritrovo dopo quasi 3 ore ancora a girare per quegli ambienti .... coinvolgente !
Passo successivo è l'arrampicata in cima alla collina per poter vedere il campo di battaglia dall'alto
Fatica ben ricompensata !

Il campo di battaglia
E a seguire una rapida corsa al bus navetta per non perdere il nuovo spazio espositivo dedicato alla battaglia, alla fattoria di "Hougoumont", dove dopo una notevole opera di restauro è possibile rivivere l'epopea delle truppe britanniche che resistettero strenuamente agli attacchi francesi, dando un notevole contributo all'esito finale.

Bello. una visita veramente gustosa, difficile rimanere insensibili anche se la storia non interessa
Il pensiero comunque non può prescindere dall'immaginare quanta sofferenza e quanto sangue sia stato versato sotto questo campo di grano 200 anni fa ... la speranza è che tutto questo sia stato e rimanga solo "storia" ... mai più stragi del genere dietro a una bandiera.

A Waterloo ci hanno praticamente sbattuto fuori alla chiusura, ma siamo al nord e le giornate sono lunghe, allora di nuovo in macchina e direzione Bruxelles, per un giro intorno all'edificio, che era nei miei sogni di bambino, quando nelle foto sembrava davvero "il futuro" spaziale immaginato.... 




L'Atomium ... bello, brutto, non sta a me giudicare l'assoluto, ma ... a me "mi" piace. Girelliamo intorno nel parco alla ricerca dell'inquadratura perfetta, e approfittiamo della festa del 14 luglio per attardarci fino a buio e goderci lo spettacolo pirotecnico


Giorno 11 - Chimay - Dinant - Metz (F)


Ci lasciamo alle spalle Charleroi, scoprendo quasi per caso che siamo vicino a uno dei posti

iconici dell'emigrazione italiana, Marcinelle.


Impossibile non pensare ai momenti tristi, alle vite sacrificate in nome di una vita migliore. Non era intenzionale passare di qui, ma viaggiare è anche questo.
Il primo obiettivo della giornata è nientemeno che "Chimay", che nell'immaginario dovrebbe essere il non plus ultra delle birre trappiste ....
Beh ... gia la strada per arrivare non è che sia un gran che, nonostante si sia scelto di fare la "panoramica" che passa in mezzo alle colline.
Il Belgio si riconferma fondamentalmente "triste", strade e villaggi decisamente anonimi dove il colore dominante è comunque il grigio.
Comunque, belli fiduciosi arriviamo all "Espace Chimay" ... e dopo la Westmalle, una nuova delusione. L'Espace Chimay, altro non è che un albergo ristorante con annessa bottega per la vendita delle birre trappiste e una microscopica esposizione di "fuffa" con filmati sulla storia della birra Chimay e sulla sua produzione ... niente di che ... se volevo un supermercato andavo alla Coop senza fare migliaia di chilometri !
L'abbazia "trappista" c'è, è poco lontano e completamente slegata dalla produzione di birra. Notre Dame de Scourmont, è un'abbazia, in parte visitabile, moderna, bella, con tanto di frati trappisti, ma qui di birra e frati birrai neanche l'ombra ...

Frati a Notre Dame de Scourmont
 Incassiamo la seconda delusione belga e decidiamo di concedere ai frati trappisti, l'ultima possibilità dirigendoci verso Dinant e la Maison Leffe
Per la strada non mancano riferimenti ai fatti della seconda guerra mondiale ...
Lungo la Mosa, nelle Ardenne

Ci godiamo finalmente una strada carina, andando verso Dinant, la strada corre lungo le rive della Mosa, tra villaggi, chiuse e gole.
Dinant, fortezza e cattedrale

Dinant a prima vista si presenta carina, un grosso sperone roccioso su cui è adagiata una notevole fortezza e sotto il paese lungo le rive della Mosa, ma prima ... Leffe !
Dal paese ci inerpichiamo per una stradina sulla riva destra, fino ad arrivare alla "Maison Leffe"
Maison Leffe
A prima vista promette bene, la delusione di nuovo viene una volta superata la porta d'ingresso ...
Ancora una volta, niente frati ne abbazia, ma solo un locale "puzzanaso" con tanto di ristorante stellato (in Belgio ???) e alcuni ambienti dove una popolazione varia e assai poco credibile si atteggia a fine intenditore di birra ... vabbè .... Una pipì a gratis è l'unica cosa che lasciamo alla Leffe, le birre (uguali a quelle che troviamo in Italia) le compreremo alla Coop sotto casa !

Gia che siamo qui approfittiamo per visitare il paesello ...
Lasciata la macchina al parcheggio presso la "cittadella", per la modica cifra di 8€ ci assicuriamo la corsa in teleferica dalla cittadella al paese e la visita alla fortezza.
Per prima cosa ... funivia verso il centro del paese
Funivia di Dinant
 In centro il monumento principale è la cattedrale, gotica, cattolica, ma con uno stile misto. Addossata alla parte della montagna è stata ricostruita più volte o a causa di crolli e frane o causa della guerra, anzi ... delle guerre, visto che qui han battuto sia la prima che la seconda !
Abside e montagna
Interno della cattedrale
Un breve giro per le vie del paese ci fa scoprire (magia del bighellonaggio !) che Dinant, altro non è che la casa natale del signor Adolphe Sax, ossia ... l'inventore del Sassofono !
Giustamente celebrato sul ponte principale del paese

Di nuovo in funivia per risalire alla fortezza per la visita guidata alla fortezza,
corte della "cittadella" di Dinant
Da cui, come ci si poteva facilmente immaginare vista la posizione super strategica, si gode una stupenda vista della valle della Mosa


Conclusa la visita riprendiamo la macchina pronti per lasciarci il Belgio alle spalle.
Una rapida sosta in Lussemburgo, dove a quanto pare l'attrattiva maggiore è il prezzo della benzina (1,1 €/l ... )
Per poi arrivare in serata nel capoluogo della Lorena, Metz.

Giorno 13 - Metz - Linea Maginot Fort Shoenenburg - Monaco (D)

Siamo sulla strada del rientro, ma la voglia di concludere le vacanze scarseggia.
Incuriositi dalle Informazioni raccolte tra opuscoli e internet di buon mattino arriviamo in centro a Metz, che ci accoglie con un tempo bigio e poco invitante.
La prima impressione è ottima, cittadina ordinata, pulita, con case e costruzioni in stile misto francese tedesco ...
Si perchè le famose "Alsazia e Lorena" sono stati territori contesi tra Francia e Germania per secoli e periodicamente in seguito ad avverse fortune degli stati hanno cambiato bandiera ....
Parcheggiato in Place du Teatre, attraversiamo il ponte sulla Mosella per andare subito a vedere il monumento principale, la cattedrale di Saint Etienne
sicuramente imponente, come tutte le cattedrali gotiche che si rispettino, ma l'OOOOH di meraviglia arriva una volta varcato il portone di ingresso. La cattedrale nota anche come "Lanterne du Bon Dieu"  ha una volta altissima, oltre 40 metri e le pareti sono interamente vetrate ... 3 ordini di vetrata !
E' veramente immensa, davvero l'appellativo di "lanterna del buon Dio" non è casuale.
Scopriremo dalle info che è una delle più alte cattedrali di Francia e che ha la maggior superficie vetrata d'Europa .... incredibile !

La passeggiata tra i monumenti di Metz poi prosegue, attraversando il nucleo originale della città tra strade, vicoli e chiese in stile gotico un vero estratto medieval-francese, per poi proseguire verso il "quartiere imperiale".
Il quartiere costruito durante il periodo "tedesco" dal kaiser raccoglie una moltitudine di stili architettonici nelle facciate dei palazzi lungo avenue Foch, e raggiunge il massimo dell'espressione dello stile "teutonico" neo medievaleggiante, nella stazione ferroviaria
Stazione ferroviaria di Metz
Gambe sempre in movimento e attraversato lo spettacolare sottopasso della stazione
Sottopasso stazione
Si arriva al centro "Pompidou" di Metz, polo per l'arte moderna, deviazione lungo la Mosella per poi arrivare alla Porte des Allemands 
Porte des allemands
 Un tratto spettacolare della vecchia cinta muraria con tanto di ponte.
Si,sui, si ... Metz ci piace, anche se non è molto promossa turisticamente ha veramente tanto da offrire e perdersi tra le sue vie è una scoperta continua. Consigliatissima

Ripresa la macchina, ci mettiamo in direzione Strasburgo, verso l'Alsazia, per poi arrivare dopo aver attraversato una bella campagna a Fort Shoenenburg, uno dei tratti della famosa "Linea Maginot"
E.... non ci posso fare niente; con me dovete avere pazienza, fortezze, battaglie, ruderi ... non riesco a evitare il fascino di questi luoghi, e poi ... vuoi mettere ? Visitare la "famigerata" linea che fin dai tempi della scuola è nota e entrata pure nel lessico comune (un po come Waterloo ... )
Ingresso di Fort Shoenenburg
Anche in questo caso non è che avessi grandissime aspettative, mi aspettavo ben poco e invece ... è un vero spettacolo !
Grazie all'inestimabile lavoro di un gruppo do volontari locali che hanno iniziato a recuperarla fin dagli anni '80, dopo aver varcato la soglia (ingresso 8 € ... spesi benissimo!), ci si trova immersi nella  vita da fortino del 1936 ...
Un ascensore fa scendere nella struttura vera e propria ... a 30 metri sottoterra .... e da qui inizia un viaggio nella storia. 
Il gruppo dei volontari con un lavoro incessante ha recuperato quasi 3 Km di gallerie e ambienti e mantenuti in maniera maniacale.
La visita scorre tra gallerie infinite

E vari ambienti, in parte originali, in parte ricostruiti con materiali d'epoca recuperandoli da un'altro forte vicino rimasto sigillato dopo l'armistizio, ma attualmente inagibile.
Trenino interno della fortezza

Set di chiavi inglesi
Anche se il freddo e l'umido si fanno sentire, è estate ma a 30 metri sottoterra ci sono solo 13 gradi (e noi siamo in maniche corte !).
Impossibile non rimanere affascinati dai cimeli, dalle officine, cucine e da tutti gli accorgimenti necessari per poter "vivere" come in un sommergibile. Sopratutto accolti in ogni angolo dalla cortesia e dalla passione dei volontari, prodighi di informazioni e giustamente orgogliosi del loro "monumento".
La cosa che lascia a bocca aperta è la stanza dei generatori
Sala dei generatori
Completamente restaurati e attualmente in funzione ! Sono i generatori originali del 1936 e ancora forniscono corrente a tutta la struttura ! 
Distanze

Centrale di tiro
Fatalmente il tempo vola, per completare la visita toccherà imbastire una specie di maratona per fare l'ultimo chilometro per andare a visitare le torrette, simpaticamente tampinati da una volontaria che continua a spronarci in modo da completare la visita e uscire entro un orario accettabile.
Pensavo fosse una visita da poco e ... ci ritroviamo improvvisamente che son passate 3 ore e tocca a correre verso l'uscita ! 

Usciti dal forte però la visita non è finita, nelle vicinanze del forte è possibile visitare alcuni bunker, e passeggiare nella zona delle torrette
Torrette del forte ... che è 30 metri sotto
Difficile ripartire, siamo circondati da una bella campagna, colline e un cielo spettacolare, il cielo d'Alsazia. Questa regione a confine tra Francia e Germania è davvero godibile e rilassante, merita sicuramente anche un ripasso in moto !
La strada del rientro ci riporta in Germania, (anche perchè vogliamo evitare in qualsiasi maniera la Svizzera) diretti verso l'Italia e faremo sosta, ma solo per dormire, a sera inoltrata a Monaco. 


Giorno 14 - Monaco - Passo Giovo - Biergarten Forst - Casa


Ultimo giorno di viaggio, si torna verso casa, ma assolutamente senza fretta.
Via la Germania, l'Austria, al Brennero si rientra Italia. Avevamo aperto la vacanza con il passo dello Stelvio e la chiudiamo con il Passo Giovo, anche se è "solo" 2.094 metri, in quanto a panorama non si difende male. Ultima sosta imprescindibile .... il Biergarten Forst a Merano, d'estate godibilissimo. Uno stinco, un po di birra e la vacanza può dirsi conclusa, tanto visto e tanto ancora da vedere ...
lasciare qualcosa da vedere in ogni posto visitato è un'ottima scusa per tornarci, come se ci fosse bisogno di una scusa.

Fine

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