<<<< 2025 - Turchia 1, Dalla Grecia a Nemrut Dağı
Giorno 11 - Verso Sivas
Lasciato a malincuore Nemrut, si parte per una bella traversata dell'altopiano turco, centinaia di chilometri alternati tra pianure e montagne (con qualche strada, ma poche veramente belle) e con quello che oramai consideriamo tipico del panorama, ossia chilometri di nulle e dopo la curva improvvisamente una selva di palazzoni, una città nuova di zecca .... La commissione paesaggistica ancora non lavora tanto bene in questo paese.
Le poche belle strade tuttavia ci riservano alcune sorprese, come laghi di montagna e ovviamente ... qualche passo inaspettato che fa piacevolmente incrementare il passometro !
La strada non è poca, ma alla fine riusciamo ad arrivare alla bella Sivas alle prime ombre della sera e una volta preso albergo e sistemate le moto è obbligatorio un giro nella bella piazza centrale con moschea e due madrase trasformate in un vivo mercato con tanto di caffè e botteghe.
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Sifaiye Madrasa |
Per concludere il giorno con una cena in un locale tipico a base di pide e ayran
Giorno 12 - Cappadocia !
Dopo un'abbondante colazione, sfrutteremo tutto l'orario del check out per andare a visitare la storica Gok Madrasa con le sue decorazioni a piastrelline che gia occhieggiano a monumenti ancor più ricchi molto più a oriente.
Gok Madrasa |
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Gok Madrasa |
Fortuna vuole (e probabilmente anche il fatto che il turismo occidentale qui scarseggia) che l'ingresso alla Gok e al suo museo sia gratuito a patto di mostrare il passaporto e farsi registrare, e come di consueto ci farà spendere più tempo del previsto.
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Gok Madrasa |
Gok Madrasa |
Un veloce ripasso dalla piazza principale per ammirarla col sole, tralasciamo invece il museo di Ataturk che proprio qui nel 1919 ebbe mandato di costruire la Turchia moderna.
E di nuovo in strada in direzione Cappadocia.
Visto il tempo speso a Sivas, rinunceremo a infilarci nel traffico di Kayseri (l'antica Cesarea) per puntare alla nostra destinazione, con uniche pause solo per i necessari rifornimenti di carburante e viveri e soste fotografiche ai passi e al caravaserraglio di Saruhan, il cui solo nome evoca tempi di carovane, cammelli e via della seta.
Dalla città di Avanos, poi si entra in Cappadocia vera e propria, difficile resistere alle varie indicazioni per fare la nostra prima conoscenza ai pinnacoli di roccia col sasso in testa, i famosi camini delle fate che in questa regione abbondano e ne fanno un panorama del tutto particolare ed unico.
Preso possesso della nostra camera scavata nella roccia a Goreme, dopo due chiacchere col gestore scopriremo che in questo periodo in Cappadocia è crisi nera, gli americani mancano a causa del conflitto in Israele e infatti nel nostro alberghetto saremo gli unici occupanti, tant'è che ci verrà offerta una sistemazione migliore senza aggravi di spesa.
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Parcheggino |
In più visto che sono a caccia di turisti, in breve riusciremo a concordare un volo in mongolfiera a prezzi stracciati per il mattino dopo!
Resta il tempo per un giro in moto nei dintorni ai vari punti panoramici al tramonto.
Poi a letto presto che per il pallone la sveglia è prima delle 4.00 di mattina !
Giorno 13 - Cappadocia in alto (palloni) e in basso (sotterranei)
Una sveglia antelucana, ma con un pulmino che ci accompagna fino al campo di volo delle famose mongolfiere della Cappadocia è decisamente sopportabile, anzi da un certo punto anche elettrizzante.
Arrivare ancora col buio e vedere decine di mongolfiere sgonfie, illuminate dai fuochi che le preparano al decollo è sinceramente curioso e interessante. Dopo averne viste decollare un bel po', finalmente tocca a noi, saliti nell'enorme cestone insieme ad altre 15 persone (più che altro russi e cinesi) finalmente siamo pronti al decollo !
Decollo a scossoni, accompagnati solo dal rumore del bruciatore (e dagli schiamazzi di una fastidiosa famigliola russa) e poi non bastano gli occhi, si torna tutti un po' bambini con gli occhi spalancati a guardare decine di mongolfiere colorate e un territorio "strano", quasi lunare dall'alto.
La magia, anche se solo per pochi istanti, è quella del volo in silenzio. Una sensazione unica.
Galleggiato un po' per aria sopra e tra i pinnacoli di roccia, arriva il momento dell'atterraggio e la festa finale che si conclude con un brindisi, il rilascio del certificato di volo e il riaccompagnamento all'albergo.
Un'esperienza che sa di americanata, ma è assolutamente da fare.
Partiti alle 4.00 del mattino, ci siamo ritrovati in albergo ben presto non resta che fare due passi per il paese ancora addormentato per aspettare l'orario della colazione !
Rifocillati e in abbigliamento leggero puntiamo le ruote verso un luogo un po fuori dalla classica Cappadocia, ossia al monastero di Gumusler a circa 70 Km da Goreme, che ha la particolarità di essere interamente scavato da un unico blocco di roccia.
Che sia fuori dal giro ce lo dice il biglietto d'ingresso che è di appena 3€, e varcata la soglia si entra in un mondo antico e misterioso.
Gia il "chiostro" lascia a bocca aperta, è tutto scolpito ma siamo praticamente in fondo ad un'enorme buca e su questo si affacciano decine di locali, tutti scavati, compresa la chiesa che ancora conserva ancora gli affreschi risalenti all'epoca bizantina, insomma roba millenaria !
Facile farsi prendere la mano e giocare agli "Indiana Jones" esplorando stanze sotterranee e cunicoli che portano a pozzi, cisterne, tombe e altre sale alcune di dimensioni veramente notevoli.
Una volta usciti, anche la visione dall'alto affascina e rende conto dell'enorme lavoro di scavo e scultura fatto 1000 anni fa ... fantastico !
Contenti e soddisfatti, riprendiamo le moto per un'altra esperienza sotterranea, a Derinkuyu.
Gia più vicina a Goreme, più fruibile (e infatti qui ci arrivano i pullman di turisti) il prezzo d'ingresso è ben diverso, ma di nuovo ne vale la pena.
Passata la porta d'ingresso si entra in un mondo di cunicoli e stanze di tutte le dimensioni, anche qui si gioca a fare gli esploratori, ma con una differenza ... spesso occorre mettersi n coda e aspettare per affrontare i passaggi più stretti. Il tutto comunque è divertente e sicuramente unico.
All'uscita catturati dai sorrisi ai baracchini impossibile non fermarsi per un ristoro a base dell'ormai classico gozleme e una tazza di ayran fatto sul momento, piacevole passare un po di tempo seduti all'ombra degli alberi dopo essere stati a gobboni nei cunicoli !
Freschi e rifocillati, spendiamo le ultime ore della giornata andando a curiosare nei vari paesi che circondano la Cappadocia.
Due belle sorprese ce le riservano Nevşehir con la sua enorme moschea appena inaugurata
e il curioso castello di Ortahisar costruito dentro un pinnacolo di roccia.
Infine come non chiudere l'esperienza in Cappadocia con il passaggio per le valli maggiormente rappresentative ? Obbligatorio curiosare e fermarsi a fotografare le curiose formazioni rocciose nella valle di Devrent e nella valle di Zelve una di seguito all'altra sulla stessa strada panoramica.
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La roccia del cammello |
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Valle di Zelve |
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Il pinnacolo ribattezzato "Tio Pepe" |
Giorno 14 - Verso occidente, Tuz Gölü e altro
Tappa di avvicinamento alla costa occidentale della Turchia, in primis non si può prescindere dalla classica foto da turisti davanti alla scritta Goreme, poi è strada fino alla prima tappa, la Cacabey Madrasa a Kırşehir, che ci aveva attratto sulla guida per la particolarità di avere la cupola in vetro e una serie di strumenti astronomici nel giardino. Tanto caldo sofferto per una visita tutto sommato deludente, la madrasa pur col tetto in vetro, molto particolare, è completamente disadorna e gli strumenti astronomici sono delle semplici riproduzioni in metallo buttate li a casaccio. Pazienza, in viaggio succede anche questo.
Da li, un po di Turchia deserta, compreso il passaggio in paesi che sono veri avamposti nel nulla fino allo spettacolo inconsueto e affascinante del Tuz Gölü, il lago salato.
Un'immane distesa bianca, abbacinante completamente piatta. Facile far perdere i pensieri all'orizzonte bianco e blu.
Un breve giro nel centro commerciale annesso, da cui scapperemo a gambe levate vista l'abbondanza di ciarpame a prezzi improponibili. D'altronde il lago salato è una sosta facile e tutti i pullman che da Ankara vanno in Cappadocia si fermano qui per spennare i turisti. Almeno l'accesso al lago è ancora gratuito !
E per chiudere la giornata, centinaia di chilometri nel nulla dell'altopiano anatolico fino ad Afyonkarahisar, dove sosteremo per la notte dopo aver preso un breve acquazzone
Giorno 15 - Izmir
Smirne, un nome che evoca la storia, da Marco Polo alle Crociate, dalle carovane, ai pirati saraceni e alle varie guerre che si sono succedute nei secoli. Uno di quei posti leggendari che si merita una visita tranquilla, quindi al mattino un rapido trasferimento fino all'albergo di Izmir, strategicamente scelto con parcheggio vicino alla fermata della metropolitana (Basmane).
Biglietto pagato contactless (0,60€ per una corsa) , due fermate e siamo a piazza Konak, il cuore pulsante di Izmir. Trascureremo la visita ai ruderi (se ne sono gia visti abbastanza e per domani avremo il pezzo da 90) per concentrarsi sul godersi il centro città in libertà.
Primo impatto nella bella piazza Konak, dove svetta la torre dell'orologio di epoca belle-epoque e la piccola moschea. Da un lato il mare, dall'altro il bazar e allora tuffo nei vicoli tra mille botteghe colorate.
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Torre dell'orologio |
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Al bazar |
Facile perdersi tra colori, odori e merce di tutti i tipi; non potremo ovviamente esimerci da una sosta a base di caffè turco con tanto di gestore che tra le bandierine da metterci sul tavolo cerca, senza trovare, quella dell'Italia.
Caffè turco |
Una volta fuori dal bazar, col sole che si abbassa per aspettare il tramonto un micidiale gelato turco, che gia non avevamo apprezzato nella nostra precedente esperienza in questa terra, e ora riconfermiamo! Il gelato buono è altrove !
A sera si rientra in albergo, ma prima ... impossibile non fermarsi per un çay sul marciapiede lungo strada, nel baretto con 10 sedie e 3 tavolini tutti rigorosamente diversi, ma in 5 minuti siamo tutti amiconi. Italiani Turchi ... una faccia una razza
Giorno 16 - Efeso e Çeşme
Oggi tocca ad un sito Unesco noto in tutto il mondo, a circa un'ora da Izmir c'è l'antica città di Efeso che non ha bisogno di presentazioni. E che sia un sito arcinoto lo si vede dalla quantità di turisti che è in grado di accogliere, compresi gli immancabili eserciti in pullman. Lasciate le moto nel parcheggio principale a pagamento (e a posteriori posso dire che sarebbe stato meglio parcheggiare gratis e entrare dall'accesso SUD, dove tra l'altro non arrivano i pullman) in qualche maniera all'ombra, alla biglietteria ci fanno vacillare ... ingresso 40€, mica poco, ma siamo in ballo e balliamo.
Bisogna dire che il sito è veramente enorme e la sua importanza è data dal fatto che è ancora da finire di riportare alla luce. Mura colossali, un teatro enorme, vie lastricate, colonne come in ogni sito greco-romano che si rispetti.
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Teatro di Efeso |
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Via del porto |
A dire il vero ci siamo imbattuti anche in un orribile combattimento di gladiatori con tanto di soldati e senatori accompagnati da una musica dal sapore hollywoodiano per il pubblico in pullman e ciabatte ... come dire terrificante.
In ogni caso l'interesse è calamitato dalla ricostruita "Biblioteca di Celso" che in quanto a ruderi fa la sua porca figura.
Per il resto, a parte poche cose, il sito è in gran parte una distesa di colonne abbattute e con l'assedio di visitatori anche poco attrattivo, come dire Afrodisia batte Efeso. Insomma, forse eravamo in overdose da ruderi, forse troppa gente, ma alla fine Efeso non ci ha "preso".
Usciti da Efeso, trasferimento verso Çeşme al nostro ultimo alberghetto turco a uno sputo dall'imbarco traghetti, tatticissimo.
Resta il tempo per una passeggiata nel centro della cittadina portuale, sotto le mura del castello ottomano
Castello di Cesme |
e tra mille negozietti dal sapore balneare dove spendere le ultime lire turche, poi valige e buonanotte !
Giorno 17 - Isola di Chios, secondo passaggio
Al mattino di buon'ora in 5 minuti dall'albergo siamo al porto, pronti per l'imbarco di ritorno.
Al check-in, come previsto, ci chiedono di saldare i transiti autostradali per l'incredibile somma di 107 lire turche (poco più di 2 euro). Nessun problema, carta di credito .... no ... oggi il sistema non funziona. Contanti, si, ma direttamente alla dogana. Alla dogana trovare l'ufficio non è stato facile, in più con l'impiegata al primo giorno di lavoro ! PANICO !!!
Insomma per farla breve, per pagare 2 € e avere le 6 (dico 6) ricevute dei tre transiti per uno abbiamo quasi rischiato di perdere il traghetto per Chios, ci siamo riusciti solo per l'interessamento di un ufficiale della dogana che ha messo di tasca sua 7 Lire perché l'impiegata non aveva cassa contanti e ci ha pure fatto il resto con i suoi soldi !
Consiglio : se tornate in Grecia via traghetto, presentarsi al Check-in almeno 2 ore prima, se il sistema funziona ve la cavate in 5 minuti e state un'ora o più al Duty free, se il sistema non funziona... il tempo basta a malapena !
Comunque, tutto è bene quel che finisce bene e siamo di nuovo sul traghettino Erturk per Chios.
Arrivederci Turchia ! Nonostante tutto .... ci rivedremo ancora !
Una volta sbarcati e con quasi tutto il giorno a disposizione (il traghetto per il Pireo partirà solo alle 22.00) non resta che esplorare la parte sud dell'isola (visto che all'andata avevamo optato per il nord)
La prima destinazione è il paese dipinto di Pyrgi, il classico villaggetto bianco greco con la particolarità che il centro è completamente decorato a scacchi e inserti neri creando un effetto decisamente curioso. Consiglio la visita.
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Pyrgi |
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Pyrgi |
Lasciato Pyrgi, ci godiamo le belle strade di Chios (anche se poi le migliori sono a Nord), con un continuo saliscendi tra mare e monti
e il nostro girovagare ci riporta a Megas Limnionas, dove ci concederemo una specie di merenda cena nel nostro ristorantino preferito, Agyra Restaurant, sempre accolti con un sorriso e un ottimo servizio.
Come ultime cose, prima di lasciare l'isola, una puntata alla "Roccia di Omero", dove si favoleggia che lo scrittore declamasse al pubblico l'odissea e un ultima foto con la luce del tramonto ai mulini, poi è porto, imbarco (stavolta in orario) e buonanotte fino al Pireo !
Giorno 18 - Atene, Museo dell'Acropoli
Quando si presentano le occasioni, vanno prese, ed ecco che un giorno a disposizione in Grecia consente il recupero di un museo che avevamo trascurato durante la visita di Atene. Sbarcati al Pireo al mattino e col traghetto per Ancona a Patrasso in serata, resta il tempo per andare a visitare il "Museo dell'Acropoli". Lasciate le moto in un parcheggio vicino a piazza Omonia, indossati abiti leggeri con due fermate di metro siamo davanti al museo dedicato al Partenone.
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L'Acropoli |
Il museo è veramente ben fatto, moderno e all'ultimo piano sono disposti nelle loro posizioni i frammenti di quel che resta delle decorazioni del Partenone e al mezzanino le 5 cariatidi originali dell'eretteo (la sesta è al british, insieme ai frontoni del partenone).
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Le 5 cariatidi originali |
Oltre ai pezzi forti, il museo raccoglie un'infinità di sculture reperti oltre a una terrazza panoramica di tutto rispetto.
Athena |
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Uno dei fregi del Partenone |
Terminata la visita, si torna dalle moto in metro e si approfitta per uno spuntino in un ristorantino cingalese da veri esploratori e via di nuovo nel traffico di Atene e poi in autostrada fino a Patrasso.
Come da buona tradizione, ci si affanna per arrivare in orario e si scopre che il traghetto partirà con circa 3 ore di ritardo, vabbè almeno stavolta non abbiamo coincidenze da perdere.
Giorno 19 - Da Ancona a Firenze
Sbarcati alle 17.00 invece che alle 14.00 e con un incipiente raffreddore causato dall'aria condizionata a livelli estremi della nave, la strada del rientro sarà una specie di calvario con tanto di sole piantato in mezzo agli occhi per buona parte del percorso.
Infine, casa, stanchezza, ma enorme soddisfazione e consapevolezza di aver compiuto una piccola impresa che rimarrà nella nostra memoria !
Note finali
Visitare la Turchia è senz'altro più difficile che un altro paese "occidentale", difficile intendersi a parole (l'inglese lo masticano in pochi), ma siamo italiani e a gesti ci si intende sempre e i turchi sono generalmente gentili e ben disposti (alle volte pure troppo per i nostri standard)
Le strade sono generalmente molto buone, direi in gran parte meglio delle nostre, ma spesso poco interessanti dal punto di vista motociclistico in quanto sono quasi tutte dei drittoni e sono oberate di camion enormi, occorre quindi attenzione e pazienza.
Quello che ci ha negativamente sorpreso è stata la scarsa qualità dell'aria nelle città e sulle strade a causa del fatto che trasportano tutto in enormi camion e si muovono con macchine molto "agée".
Controlli della polizia frequenti, tanto da farli diventare una battuta (ci hanno fermato un'infinità di volte) ma non ci sono problemi se si hanno le carte in regola.
Per quanto riguarda gli alberghi nei maggiori centri e nelle zone turistiche non ci sono problemi, e il livello è abbastanza buono, puliti ma quasi tutti con dotazioni da rivedere (arredi vecchi, riparazioni raffazzonate, comunque tutti funzionali). Per la ricerca e la prenotazioni ci siamo avvalsi di Expedia e Accor, visto in Turchia Booking non funziona.
Infine autostrade .... si stanno modernizzando, ma ancora impera il sistema HGS, ossia la vignetta elettronica/trasponder che in teoria andrebbe fatta alla posta o alle stazioni di servizio (in genere Esso con il cartello HGS), ma il sistema farlocco non permette la registrazione alle targhe moto italiane.
I transiti senza HGS (e comunque rilevano la targa ben poche volte, per esempio abbiamo usati spesso le autostrade e alla fine ci hanno addebitato solo 3 transiti e diversi per le due moto) si possono regolare in dogana prima di uscire dal paese, spero senza avventure tipo la nostra.
Menzione poi per l'Isola greca di Chios, doveva essere solo un punto d'appoggio per i traghetti invece ci è piaciuta veramente tanto. Si meriterebbe una vacanza da relax !